
Lavori di bonifica alla Caffaro di Brescia
Alla fine sarà il ministero dell’Ambiente, tramite il Commissario, a prendere in carico la gestione della barriera idraulica all’interno del sito industriale Caffaro, cuore dell’omonimo Sin. Il dicastero ha preso atto dell’indisponibilità di Caffaro Brescia (società in liquidazione, non responsabile dell’inquinamento storico ma che dal 2011 al 2021 ha mantenuto nel sito di via Milano la produzione di iperclorito di sodio, per la potabilizzazione dell’acqua) a proseguire la gestione del sistema di pozzi che consentono di emungere circa 12 milioni di metri cubi di acqua all’anno, evitando che la falda incroci il terreno impregnato di Pcb, diossine e altri veleni versati per decenni da Caffaro srl in liquidazione.
Il tema era sul tavolo da tempo, perché era noto che prima o poi Caffaro Brescia avrebbe lasciato la città. Chiusa la produzione, a trattenerla è stato l’accordo con Procura e Ministero nell’ambito dell’inchiesta per inquinamento ambientale legata proprio alla gestione della barriera idraulica che, secondo la Procura, doveva essere efficientata dall’azienda. In effetti ora Caffaro Brescia sta lavorando per questo ma, visto l’aumento dei costi dell’energia che ha portato le bollette da 50 a 250mila euro al mese (che ora passano al Ministero), il 13 aprile l’azienda ha comunicato al Ministero l’indisponibilità a proseguire la gestione e, nel contempo, ha annunciato ai sindacati la volontà di procedere al licenziamento dei lavoratori (9 quelli rimasti a far funzionare l’impianto e a procedere con il decommissioning). Le interlocuzioni delle ultime settimane non sono servite a farla retrocedere dalla decisione.
Ieri il Ministero ha comunicato di prendere atto della situazione: non è escluso, però, che proceda con un’azione in contenzioso. Al Tavolo tecnico permanente presieduto dall’assessore regionale ad Ambiente e Clima Giorgio Maione è stato comunque comunicato che il Ministero metterà a disposizione le risorse necessarie per attuare il Piano B, ovvero gestire l’emungimento. I tempi del passaggio da Caffaro Brescia non sono ancora noti, ma intanto si valuta la possibilità che sia una realtà comunale a operare materialmente nel sito. Non sono stati fatti nomi, ma nelle scorse settimane ci sono state interlocuzioni con A2A. "Il know how e l’esperienza dei lavoratori di Caffaro Brescia, che possono garantire la continuità, non è da perdere – ha spiegato il commissario straordinario Mario Nova – Nell’attività di individuazione del nuovo gestore si inserisce l’attenzione ai lavoratori".
Per Maione, è positivo che il Ministero "abbia messo a disposizione i fondi necessari a garantire la prosecuzione delle attività di protezione idraulica attualmente in essere: questo mette in sicurezza il sito e la falda". Dalle rilevazioni di Arpa, inoltre, non sono emerse evidenze di fonti di inquinamento primario. "Traduco: non ci sono ulteriori sorgenti di inquinamento, quello che si conosce è stabilizzato", chiarisce l’assessore regionale all’Ambiente.