Caffaro, Primo maggio amaro per due addetti: “Licenziati, ma saremo al lavoro”

Brescia, per senso di responsabilità verso la città controlleranno che il sistema che tutela la falda dall’inquinamento funzioni

L’ex azienda Caffaro è da tempo al centro delle problematiche ambientali del territorio

L’ex azienda Caffaro è da tempo al centro delle problematiche ambientali del territorio

Brescia – Martedì saranno al loro posto, per senso di responsabilità verso la città, anche se in tasca hanno la lettera di licenziamento. Un Primo maggio amaro per i due lavoratori di Caffaro Brescia in liquidazione che hanno ricevuto la notizia dell’avvio della procedura di licenziamenti giovedì, proprio mentre il Tavolo permanente della Regione annunciava la decisione del Ministero dell’Ambiente di appostare le risorse necessarie al mantenimento della gestione della barriera idraulica. Un’operazione che richiede un periodo di transizione necessario, per individuare chi gestirà il sistema di pozzi che evita che la falda venga contaminata dai veleni che impregnano il terreno, dopo l’uscita di Caffaro Brescia (non responsabile dell’inquinamento storico). L’obiettivo è di coinvolgere i 9 lavoratori di Caffaro, che hanno le competenze per dare continuità alla gestione della barriera (che scongiura un disastro ecologico), per questo la notizia dell’avvio dei licenziamenti, proprio mentre sembrava essersi trovata una soluzione, è arrivata come una doccia fredda.

Probabilmente a far scattare la decisione dell’azienda (che fa parte del Gruppo Todisco) è stata l’assenza della comunicazione formale da parte del Ministero, visto che ancora nella tarda serata di giovedì non era arrivato nulla. L’azienda, che il 13 aprile aveva annunciato al dicastero che avrebbe avviato i licenziamenti se entro 15 giorni non avesse avuto risposta sulla gestione della barriera (divenuta troppo onerosa dopo i rincari dell’energia elettrica), è stata quindi puntualissima a mantenere la parola data. "Una scelta ingiustificata ed incomprensibile alla luce di quanto emerso al tavolo in Regione – sottolinea Patrizia Moneghini, Filctem Cgil Brescia, che segue la vicenda con Femca Cisl Brescia – che ha destato grande sconcerto". Non è escluso che si possa arrivare ad una soluzione positiva, col ritiro dei licenziamenti, ma non ci sono certezze. Il commissario del Sin Caffaro, Mario Nova, si è subito attivato verso l’azienda e le interlocuzioni con Ministero e azienda sono in corso. "Aver 2 lavoratori in meno può mettere a rischio la continuità della gestione della barriera, il personale è già poco – sottolinea Moneghini –. Confidiamo che per martedì la questione possa rientrare. Ad ogni modo, tutti quel giorno rientreranno al lavoro, anche come segnale verso la città, visto l’impatto ambientale che potrebbe avere la discontinuità della gestione della barriera idraulica".