BEATRICE RASPA
Cronaca

Abusi su una bimba, processo al via. Concesso il rito abbreviato. L’imputato vuole dire la sua verità

Alla sbarra un profugo del centro di Valtrompia: accusato di violenza da cui era scaturita una gravidanza

L’esterno del tribunale dove ieri si è aperto il processo davanti alla gup Valeria Rey. Il difensore, l’avvocato Davide Scaroni, ha ottenuto l’abbreviato

L’esterno del tribunale dove ieri si è aperto il processo davanti alla gup Valeria Rey. Il difensore, l’avvocato Davide Scaroni, ha ottenuto l’abbreviato

Da un anno a questa parte è in carcere a Cremona, gravato da un’accusa pesantissima: quella di avere violentato una bambina di appena dieci anni che all’epoca alloggiava sotto il suo stesso tetto, il centro di accoglienza straordinaria per migranti di San Colombano di Collio, in Valtrompia. E la piccola per colpa di quell’abuso rimase pure incinta.

Oggi il ventinovenne profugo bengalese che per questa storia sconcertante fu arrestato è a giudizio e contro di lui si è costituita parte civile la madre della bimba. Ieri si è aperto il processo davanti alla gup Valeria Rey. Il difensore, l’avvocato Davide Scaroni, ha chiesto e ottenuto il rito abbreviato condizionato a un paio di chiarimenti: uno, sulla copia forense del cellulare dell’imputato, l’altro sulla disposizione effettiva delle stanze all’interno della struttura residenziale. L’avvocato ha anche chiesto al giudice il deposito dei filmati delle telecamere interne al centro.

Il processo però entrerà nel vivo il prossimo 30 settembre, con la deposizione di due testi in grado di fornire i chiarimenti chiesti dalla difesa e il probabile esame dell’imputato, il quale pur avendo ammesso le accuse, intende rendere la propria versione. I fatti risalgono al settembre 2024, quando nel centro in questione arrivarono la madre e la figlia e pure l’imputato, giunto in Italia poco prima dell’episodio di cui adesso deve rispondere davanti al giudice.

Fu la signora ad accorgersi che qualcosa non andava. La bimba aveva cambiato atteggiamento, si era fatta triste e pensierosa. Lamentava strani dolori. La donna si confidò con un’educatrice e la bambina fu inviata all’ospedale Civile per accertamenti. Quello che ne seguì fu uno shock.

Le analisi effettuate nella struttura sanitaria bresciana evidenziarono la gravidanza in atto. I medici fecero scattare la segnalazione alle forze dell’ordine e ne nacque un’indagine, di cui si occuparono gli agenti Mobile e il pm Federica Ceschi. A metà ottobre il ventinovenne finì in manette. Mamma e figlia invece - dopo l’interruzione di gravidanza e le dimissioni della piccola dall’ospedale - furono trasferite in una comunità protetta. Il caso venne a galla e suscitò grande scalpore, rinfocolando polemiche mai sopite e opposizioni al centro di accoglienza in Valtrompia. Nel marzo scorso (anche per altre ragioni) il centro chiuse i battenti.