FRANCESCO SARUBBI
Cronaca

Abusi sessuali su due bambini. L’orco condannato a 21 anni: "Racconti delle vittime credibili"

Le motivazioni della sentenza pronunciata dalla Corte d’Assise. A inchiodare l’uomo, la ricostruzione "realistica" e "chirurgica".

Il Tribunale dove si è svolto il processo per gli abusi compiuti sui bimbi La moglie dell’imputato era la baby sitter

Il Tribunale dove si è svolto il processo per gli abusi compiuti sui bimbi La moglie dell’imputato era la baby sitter

La condanna è stata pesantissima: 21 anni e 4 mesi per violenza sessuale nei confronti di due minori, commessi a otto anni di distanza. Bambini che la moglie dell’imputato, oggi 68enne, accudiva come baby sitter. Storie simili di due bambini le cui famiglie non si conoscevano, emerse a distanza di un paio di mesi. Un processo originariamente attribuito al Tribunale in composizione collegiale, poi trasmesso per competenza alla Corte d’Assise (presidente Ingrascì, a latere la collega Purita). Della sentenza ora si conoscono le motivazioni. A inchiodare l’uomo, i racconti dei bambini. Nel primo caso, la vittima ha ricostruito la vicenda davanti alla corte, già maggiorenne. Il bambino, oggi 19 anni, ha preso coscienza di quanto gli era accaduto a 6 anni nel momento in cui ha iniziato a frequentare le medie. Non ha detto nulla a nessuno, si è tenuto tutto dentro e ha somatizzato il suo malessere. Poi un giorno, tornato a casa da scuola, ha raccontato tutto alla mamma e con lei è andato a sporgere denuncia ai carabinieri. Era settembre 2022. Proprio la consapevolezza, acquisita con la maturità, del significato di quegli atti e la capacità di selezionare il lessico per esprimerli, ne ha reso nitida la descrizione. I dettagli riferiti dal ragazzo sono "realistici e sintomatici di un vissuto, riportato in udienza senza enfasi o drammatizzazioni di sorta".

Una narrazione dei fatti totalmente scevra da tendenze affabulatorie e semmai "chirurgica" nel riferire gli abusi subiti. È credibile, per la Corte, il malessere accumulato silenziosamente negli anni, esploso con la consapevolezza che quello che faceva con l’imputato - scrivono i giudici - erano atti sessuali, con l’annesso carico di indicibile senso di colpa. Anche per quanto riguarda il secondo episodio - abusi sessuali su una bambina di sei anni, sentita in audizione protetta - per la Corte le dichiarazioni sono credibili.

Francesco Donadoni