
Un incendio nei capannoni dell'ex Reggiani di Bergamo
Bergamo – Quando si parla di aree come la ex Reggiani di Bergamo non è raro sentire dire: “Prima o poi, ci scappa il morto”. Una profezia che si è avverata giovedì sera quando il corpo senza vita di una ragazzina è stato trovato ai piedi del capannone dismesso in via Legrenzi. È ancora presto per dire se sia trattata di una caduta accidentale dal tetto dell’immobile o di un gesto volontario. Resta il fatto che la morte della 14enne ucraina riaccende inevitabilmente i riflettori su un’area tra Borgo Santa Caterina e Redona altrimenti “invisibile” alla città.

Se ne torna a parlare ogni qualvolta viene appiccato un incendio all’interno, solo una quarantina nel 2024, o quando qualcuno si fa male: siano i vigili del fuoco o qualche malcapitato. Nel settembre del 2023 un quindicenne, salito su un lucernario per scrivere con la bomboletta spray, era caduto da nove metri restando ferito gravemente.
Cosa è successo?
È successo qualcosa di simile alla quasi coetanea trovata morta nelle scorse ore? Sarà l’autopsia a decretarlo con sicurezza, insieme a quanto diranno i parenti che hanno trovato il cadavere dove nessuno, se non loro, sarebbe andato a cercarlo. La 14enne viveva alle porte di Bergamo con nonna e zio che sapevano, forse perché qualcuno lo ha riferito, che la ragazzina frequentasse l’area dell’ex impianto tessile, un monumento all’industria, diventato ritrovo di senza tetto e sbandati ma anche di ragazzi di periferie appassionati di parkour o di graffiti. Forse la ragazza non era sola e qualcuno potrebbe sapere qualcosa su quanto accaduto. Lo accerteranno gli inquirenti.

Il futuro dell’area e il tema sicurezza
Quel che appare poco certo è il futuro dell’edificio di 2mila metri quadri con 2 piani dove c’erano anche gli uffici amministrativi della Reggiani con faldoni e registri abbandonati all’interno e regolarmente bruciati per riscaldarsi dai clochard. A quanto risulta, nel settembre del 2023 il Comune, Ags-Pessina Costruzioni, proprietaria di una delle due porzioni (l’ex Reggiani Tessile a sud) e la società Manzi (che detiene la porzione dell’ex Reggiani Macchine), si erano incontrati per discutere dalle sicurezza del comparto decidendo di intensificare il servizio di guardie giurate. Sul recupero urbanistico dell’ex fabbrica nulla pare muoversi.