FRANCESCO DONADONI
Cronaca

Claris ucciso con una sola coltellata alla schiena. “Qui siamo a Bergamo, si tifa Atalanta”: la frase al bar, la rissa, la violenza sotto casa

Inchiesta sull’omicidio, la prima lite fuori dal Reef cafè. Il 26enne Riccardo Claris, ex calciatore, laureato in Economia, lavorava per una società finanziaria. La famiglia: "Non si dà più valore alla vita”. Arrestato Jacopo De Simone, 18 anni: è salito in casa a prendere un coltello per difendere il fratello gemello

Riccardo Claris, la vittima dell'omicidio a Borgo Santa Caterina, aveva giocato a calcio ed era un grande tifoso dell'Atalanta

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Bergamo - Sul marciapiede e in strada, in corrispondenza del condominio al civico 27 sono rimaste delle chiazze di sangue. Qualcuno ha portato dei fiori. Testimonianze di quanto avvenuto nella notte, in via dei Ghirardelli, una traversa di via Lazzaretto, di fronte al Gewiss Stadium, l’impianto dove l’Atalanta gioca dal 1928. Un quartiere tranquillo, squassato in passato solo dagli scontri fra ultrà: guerriglie urbane che hanno fatto più volte parte della narrazione domenicale pre o post partita. Questa volta, però, quel che è successo è ben più grave: una lite all’una di notte tra due gruppi di tifosi rivali – da una parte atalantini e dall’altra interisti – finita con un omicidio a sangue freddo. A farne le spese un 26enne, Riccardo Claris, originario di San Giovanni Bianco, paese della Valle Brembana, ma residente con la mamma in via Borgo Santa Caterina, storico quartiere di Bergamo “arredato“ con i locali della movida. Claris è stato ucciso con una coltellata, una sola, alla schiena, ma che non gli ha lasciato scampo. I medici del 118 hanno provato a salvarlo, ma alla fine si sono dovuti arrendere.

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Il 26enne era laureato in Economia e commercio e si era specializzato in Lussemburgo. “Uno studente modello, era appena stato assunto da una società finanziaria di Milano – ricorda lo zio, l’avvocato Luca Salvioni – . Riccardo era un bravo ragazzo, frequentava la curva dell’Atalanta ma in maniera sana, non aveva mai avuto dei problemi. Aveva anche giocato a calcio”. "Non si può morire così, non si dà più valore alla vita”, commentano i famigliari. La mamma, provata dal dolore, ha preferito la via del silenzio.

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Giovane la vittima, altrettanto l’autore dell’omicidio, Jacopo De Simone, 18 anni (compirà i 19 tra poche settimane) incensurato: i carabinieri lo hanno trovato sul posto con indosso la felpa e le mani sporche di sangue. Si è consegnato ed è stato portato in carcere per l’interrogatorio davanti al gip. Sarebbe intervenuto per difendere il fratello che era con lui coinvolto nella rissa. Jacopo è inoltre il fratellastro di Carmine De Simone, arrestato due mesi fa per l’omicidio del 58enne Luciano Muttoni a Valbrembo, una rapina finita nel sangue. Due figli in carcere, genitori perbene entrambi con un lavoro in tribunale, ora annientati dal dolore.

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Secondo la ricostruzione degli investigatori tutto sarebbe iniziato all’esterno di un bar di Borgo Santa Caterina, il Reef cafè, dove il 18enne era assieme al fratello gemello e a una loro amica. Ad un certo punto avrebbero intonato un coro per la vittoria dell’Inter sul Verona, coro non gradito dal gruppetto di tifosi atalantini. “Qui siamo a Bergamo, si tifa Atalanta”, avrebbero detto. Un battibecco, niente di più. Lo scontro, all’inizio solo verbale, si è trascinato fino all’ingresso della casa del 18enne, davanti al cancello della palazzina bianca e azzurra al civico 27. Vi avrebbero preso parte una decina di ragazzi. De Simone sarebbe salito nell’abitazione per poi ridiscendere con un coltello per difendere il fratello.

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Durante il sopralluogo, vicino al cadavere i carabinieri hanno trovato la lama e il manico del coltello in ceramica usato per uccidere. Alcuni residenti di via dei Ghirardelli hanno raccontato di aver sentito delle urla provenire dalla strada. Una signora, in particolare, di aver udito la frase: “Ha un coltello, ha un coltello”. Un ragazzo che stava rincasando intorno all’1.20 ha riferito di aver visto il corpo della vittima a terra. La salma di Riccardo Claris è stata composta all’ospedale Papa Giovanni XXIII per l’autopsia disposta dal pm di turno titolare del fascicolo.

Lo striscione dei tifosi del Monza per ricordare Riccardo Claris
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Le indagini dei carabinieri della Compagnia di Bergamo proseguono per ricostruire l’esatta dinamica dei fatti. L’omicidio è avvenuto alla vigilia della partita tra l’Atalanta e il Monza disputata all’U-Power di Monza. E nella curva riservata ai tifosi della Dea è apparso uno striscione con la scritta: “Claris ovunque con noi”. Al 5° minuto entrambe le curve hanno applaudito in memoria di Riccardo.

Lo striscione esposto dagli ultrà atalantini a Monza
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