REDAZIONE BERGAMO

Massimo Bossetti a Belve Crime: “Non so come il mio dna sia finito sugli slip di Yara. La mia infanzia? Non facile. Uno choc scoprire l’infedeltà di Marita”

A quindici anni dal delitto della tredicenne di Brembate continua a dichiararsi innocente: “Le sentenze vanno rispettate, ma si possono anche mettere in discussione”. L'uomo, condannato all'ergastolo, è stato intervistato da Francesca Fagnani: “Prego, sono sempre stato credente. Al futuro non ci penso, può succedere di tutto”

Massimo Bossetti e Yara Gambirasio

Massimo Bossetti e Yara Gambirasio

Milano, 10 giugno 2025 – "Come mi sento? Sopravvivo a un’ingiustizia. Mi sento addosso l'etichetta del mostro, un tatuaggio stampato sulla testa che porterò addosso fino alla fine dei miei giorni. Ma ritengo di non essere un assassino".

A quindici anni dal delitto della tredicenne Yara Gambirasio, Massimo Bossetti continua a dichiararsi innocente. L'uomo, condannato all'ergastolo, è stato intervistato da Francesca Fagnani nella prima puntata su Rai 2 di Belve Crime.

"Le sentenze vanno rispettate, ma si possono anche mettere in discussione. Capisco il dolore dei genitori di Yara, ma non si è fatta la giustizia che meritavano" afferma Bossetti che, in carcere da undici anni, ha ripercorso il caso giudiziario di cui è protagonista.

"Non sono state percorse tutte le piste - sostiene - "Ignoto 1” non può essere Massimo Bossetti. É tutto assurdo. Anche io vorrei capire in che modo il mio dna sia finito sugli slip di Yara. Io quella povera ragazza non l'ho mai vista, non l'ho mai incontrata".

Per la prima volta Bossetti, condannato all'ergastolo per l'omicidio di Yara Gambirasio ha raccontato la sua versione dei fatti in un’intervista televisiva, rilasciata nel carcere di Bollate dove è detenuto, dopo averlo fatto nel docufilm Yara trasmesso da Netflix.

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L’intervista 

Fagnani: “Come si sente?”

Bossetti: “Sopravvivo a un’ingiustizia che sono costretto a vivere”.

Fagnani: “E non pensa ai genitori genitori di Yara?”

Bossetti: “I genitori li capisco benissimo perché il dolore della perdita di un figlio è terribile”.

Fagnani: “Lei si è sempre dimostrato innocente: si sente sereno?”.

Bossetti: “Certo, mi sento sereno perché mi sento innocente anche se mi sento etichettato da questa accusa infamante. È come se fosse un tatuaggio in testa”.

Fagnani: “L’hanno descritta come un freddo, dalla doppia personalità, che ne pensa?”.

Bossetti: “Mi sento come uno normale, anche se vengo dipinto come una persona enigmatica. Forse dopo un’accusa così infamante è normale che si venga giudicati così”.

Fagnani: “Perché ha negato a sua moglie di andare a fare le lampade in un locale vicino a casa di Yara?”

Bossetti: “Perché c’erano già dei problemi economici in casa”.

Fagnani: “Riceve ancora tante lettere in carcere?”

Bossetti: “Sì, soprattutto dopo la serie su Netflix”.

Fagnani: “Lei ha sperato dentro di sè che l’opinione pubblica e i media che credevano nella sua innocenza influenzassero i giudici?”.

Bossetti: “Certo”.

Fagnani: “E ora dopo l’ergastolo?”

Bossetti: “La rabbia si è trasformata in forza, ma ci sono per fortuna i miei familiari che mi sostengono”.

Fagnani: “Perché il giorno dell’arresto, quando arrivarono i carabinieri in cantiere, lei ha tentato di fuggire?”

Bossetti: “Non stato cercando di scappare, ero solo spaventato dal modo”.

Fagnani: “È possibile che in tutti questi anni non le sia venuto in mente nulla che abbia fatto nel giorno della sparizione di Yara e che possa scagionarla?”. 

Bossetti: “L’unica cosa che ricordo è il pagamento di un modello F24 delle tasse”.

Fagnani: "Le analisi sono state fatte più volte ed è sempre emerso il suo Dna, sugli slip e sui leggings di Yara".

Bossetti: "È tutto assurdo, anomalo e incompreso".

Fagnani: "Non per la scienza, capisce? Non per la scienza né per la legge".

Bossetti: "Il Dna nucleare, cosa evidenzia?".

Fagnani: "Il Dna nucleare evidenzia in modo univoco l'identità di una persona".

Bossetti: "Il Dna nucleare che normalmente si dovrebbe disperdere a poche settimane, invece era ancora presente".

Fagnani: "E neanche poco".

Bossetti: "Il Dna mitocondriale che è risaputo da tutti, che non si può disperdere, non c'è".

Fagnani: "Però il valore legale e forense ce l'ha il Dna nucleare, è quello che stabilisce l'identità delle persone. E purtroppo per lei e pure per Yara c'era il suo. Però, scusi, poi c'è una domanda banalissima da fare: ma il suo Dna, come ci è finito sugli slip di Yara?".

Bossetti: "È quello che vorrei capire anche io".

Fagnani: “Quando ha saputo che lei, secondo il dna, era figlio di Guerinoni come l’ha presa?”

Bossetti: “Male, malissimo. Ho provato a chiederlo a mia madre ma ha sempre negato”.

Fagnani: “Cosa le fa più male?”.

Bossetti: “L’infedeltà di mia moglie”.

Fagnani: “Prega?”.

Bossetti: “Sono sempre stato credente”.

Fagnani: “Cosa spera per il futuro?”.

Bossetti: “Al futuro non ci penso perché può succedere di tutto”.

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Ergastolo

La vicenda dell’omicidio di Yara Gambirasio, la 13enne ritrovata senza vita in un campo a Chignolo d’Isola, nella Bergamasca, si è conclusa il 12 ottobre 2018 quando Bossetti è stato condannato all’ergastolo in via definitiva, ritenuto colpevole in base ai test del Dna rinvenuto sul corpo della vittima

Quel Dna verrà chiamato “ignoto 1” che prima porta a Giuseppe Guerinoni, che si scoprirà essere il vero padre di Massimo Bossetti. Di qui il passo è breve: il dna di “Ignoto 1” corrisponde a Bossetti, che a quel punto viene arrestato. Da parte sua, si sempre professato innocente e ora sta scontando la pena nel carcere di Bollate.

Gli altri ospiti

Gli altri ospiti di Belve Crime - intervistati in studio - sono Eva Mikula, Tamara Ianni.