Ballottaggio Milano, il nuovo sindaco è Giuseppe Sala: le reazioni

Il candidato del centrodestra Parisi: "Opposizione che costruisce il futuro". Guerini: "Risultato importantissimo". Salvini: "MI fa male"

Giuseppe Sala il giorno dell'elezione a sindaco di Milano

Giuseppe Sala il giorno dell'elezione a sindaco di Milano

Milano, 19 giugno 2016 - Giuseppe Sala è il nuovo sindaco di Milano e anche l'unico vero argine a livello nazionale alla valanga pentastallata. Un ruolo un po' paradossale per l'ex commissario di Expo 2015 che, dopo il primo turno, ha ripetuto in maniera quasi ossessiva di non essere il candidato di Renzi. Con il 51,7% dei voti Sala si è infatti imposto su Stefano Parisi, fermo al 48,3%, di 3,4 punti percentuali, pari a circa 17mila voti.  "C'è molta gioia e senso di responsabilità - sono state le prime parole di Sala neo sindaco -. Grazie a chi ha creduto in questa vittoria e ha portato a casa un risultato non scontato".

PARISI - "Avevamo messo in conto la sconfitta" ha invece detto Stefano Parisi poco dopo l'ufficializzazione della sconfitta. Lo ha detto sorridendo e ringraziando i sostenitori che lo hanno accolto quasi come un vincitore sul palco del comitato elettorale all'hotel Marriott. "Io capisco il vostro entusiasmo - ha detto Parisi - però volevo dirvi che abbiamo perso. Ho appena telefonato a Sala e gli ho detto di fare bene il sindaco". "Sicuramente Beppe Sala - ha concluso Parisi - non potrà non tenere conto di quanto abbiamo detto in questi mesi e in Consiglio comunale non saremo un'opposizione che fa ostruzionismo, ma avremo il ruolo di un'opposizione che costruisce il futuro di Milano".

PISAPIA - La vittoria di Giuseppe Sala "conferma che la città ha apprezzato il lavoro dell'amministrazione comunale e ha capito che un proseguimento del lavoro fatto era necessario. Questa vittoria è stato il frutto di una colazione di centrosinistra ampia e che ha volontà di governare". Così il sindaco uscente di Milano, Giuliano Pisapia, ha commentato la vittoria di Giuseppe Sala, a margine dei festeggiamenti a Palazzo Marino. E ancora: "Come sindaco di Milano migliorerà le cose che abbiamo fatto  e metterà i rammendi laddove non siamo riusciti ad arrivare". A chi chiede se avrà un ruolo istituzionale, Pisapia ribadisce che non ne ha intenzione, ma che restera' a fianco di Sala "per tutte le sfide e le battaglie" che si dovranno affrontare. 

GUERINI -  È "un risultato importantissimo che ci dà grande soddisfazione" quello di Milano secondo il vice segretario del Pd Lorenzo Guerini arrivato in via Plinio per seguire lo spoglio con il candidato del centrosinistra. Guerini ha parlato della vittoria di una coalizione, nonostante un centrodestra che si è dimostrato unito. Per Guerini è importante "per il valore di questa città, per il lavoro dei cinque anni precedenti dell'amministrazione guidata da Giuliano Pisapia che ringraziamo. Questo - ha continuato - è un risultato positivo dentro una tornata di ballottaggio che ha avuto risultati diversi. Quella di Sala è una vittoria significativa ma non isolata, ci sono altre realtà, anche in Lombardia. Ci sono, però, dati, per noi, non positivi", come "Torino. Un risultato che non ci soddisfa, nonostante il lavoro importante che ha fatto Fassino. Con questo dobbiamo fare i conti. Sicuramente, a Milano, contro una destra compatta e agguerrita, la vittoria di Sala è un dato politico molto importante".

DELLA VEDOVA - "Felice per Beppe Sala. Per una # Milano aperta ed europea, decisivo appoggio di Marco Cappato, Emma Bonino e dei Radicali. Buon lavoro al nuovo sindaco". Lo twitta il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova.

SALVINI - "Mi fa male per Milano, auguri al nuovo sindaco". Così Matteo Salvini che  lamenta che l'astensionismo ha colpito soprattutto il centrodestra: "Mezzo milione di persone non sono andate a votare". "Chi sbaglia paga, da domani ci mettiamo a lavorare", dice riferendosi in particolar modo a Varese. "Sabato ci ritroviamo a Parma come centrodestra", ha affermatoil leader del Carroccio che poi rimarca come al fianco di Parisi ci siano stati Passera, Alfano, Albertini che "con la Lega non c'entrano niente". "Io ho detto che piuttosto che votare i candidati di Renzi avrei scelto candidati dei Cinque stelle. Sono testardo, non ho chiesto nulla in cambio", ha aggiunto Salvini. E ancora:  "Ci avevano detto che era necessario avere un candidato moderato, che rassicurasse ma abbiamo visto che nelle periferie non c'è stata motivazione". Rispondendo poi a chi gli chiedeva se si potesse immaginare un ruolo per Parisi come leader del centrodestra, Salvini ha replicato: "Già basta aver perso, mi sembra sufficiente".

ALBERTINI - "Questa sconfitta ha come causa il fatto che nel catalogo delle offerte la lista civica di Parisi, diversa dai partiti, sia stata oscurata e non adeguatamente spinta": così l'ex sindaco Gabriele Albertini per primo ha ammesso la sconfitta di Stefano Parisi. A febbraio era stato lui il primo a svelare che Parisi era candidato "con gioia quella, con dispiacere questa".   Secondo Albertini, che ha guidato la lista civica di Parisi, il fatto che non sia stata né appoggiata né finanziata adeguatamente ha fatto perdere 3 o 4 punti percentuali, cioè quanto avrebbe permesso, a suo dire, a Parisi di vincere. "Alla fine - ha detto - abbiamo perso per una entità trascurabile, il gigante addormentato non si è svegliato. Non c'è stato il voto di opinione". Insomma l'opinione dell'ex sindaco è opposta a quella di Ignazio La Russa: secondo lui infatti non ce stato abbastanza centro mentre per l'ex ministro ce ne è stato forse troppo. 

GELMINI -  "Questo è un modello che funziona, nel senso che l'unità del centrodestra, una Forza Italia al 20% e un candidato moderato è la ricetta del futuro. Adesso attendiamo di capire esattamente il testa a testa come si conclude. Sicuramente, Stefano Parisi ha fatto una grande campagna elettorale ma anche i partiti si sono molto impegnati e adesso vediamo fra un po' i risultati". Lo ha detto la coordinatrice regionale di Forza Italia e capolista degli azzurri a Milano, Mariastella Gelmini, nel comitato elettorale del candidato di centrodestra, Stefano Parisi, al Marriott Hotel di Milano.

LA RUSSA -  "Io vorrei che vincessimo per dire che il modello Milano funziona. Meglio il centrodestra unito che diviso ma bisogna vedere anche il progetto. Noi abbiamo seguito la strategia di virata verso il centro: se vinciamo e' quella giusta, se perdiamo va rivista". Lo ha detto Ignazio La Russa, all'Hotel Marriott, commentando le parole di Mariastella Gelmini. "Qui c'e' stata una strategia scelta a tavolino. Per carita', l'abbiamo seguita, ma se non vinciamo va rivista".

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