Omicidio di San Vittore Olona, l'identikit e tutti gli errori dell'assassino

Tiziano Rossi è cresciuto con il mito della Banda della Magliana. Tradito dal proprio documento d'identità

Teodora Catauta (StudioSally)

Teodora Catauta (StudioSally)

San Vittore Olona (Milano), 3 maggio 2015 - Tiziano Rossi ha confessato l'omicidio di Teodora Catauta. Lei voleva cambiare vita e giro di conoscenze per poter ristabilire una connessione con la figlia di 10 anni, lui - innamorato della donna - non accettava la rottura e ha deciso di freddarla giovedì con tre colpi di pistola a pochi metri da casa, in via Riva a San Vittore Olona.

Una vita fatta di eccessi quella di Tiziano Rossi. Una vita spesa al limite (e oltre) della legalità: faceva parte di “Quei bravi ragazzi” di San Vittore Olona della fine anni Ottanta, cresciuti con il mito della banda della Magliana. Giovani di buona famiglia ma prestati al crimine, con quella scintilla di sfida nei loro sguardi. Pronti a battersi contro tutto e tutti. Chi più, chi meno, chi niente, erano stati coinvolti nel duplice omicidio del 25 ottobre 1992 quando vennero uccisi con una pistola Marco Timpone, 20 anni e Domenico Della Sanità, 17 anni, entrambi di Cerro Maggiore. I loro cadaveri furono trovati nell’Olona. Rossi era estranero all'omicidio ma venne condannato per detenzione illegale di armi. Da quel giro non uscì più. Nel 2006 venne arrestato per rapina.

A tradirlo un errore banale: Tiziano Rossi ha lasciato il cellulare a casa per non essere rintracciato ma si è registrato in un albergo di Torino (dove è stato poi fermato dai carabinieri la notte tra giovedì e venerdì dopo una fuga durata poche ore) con la sua carta d'identità. Tanto è bastato per andarlo a prendere.

di Davide Gervasi e redazione online Legnano