Giallo di Marcheno, veleni in famiglia. La moglie: "In azienda la situazione era tesa "

La donna ai carabinieri avrebbe raccontato di contrasti in famiglia LA SCHEDA / Tutte le tappe del giallo

Imprenditore scomparso, Ris e unità cinofile cercano tracce preziose fra scarti della Bozzoli

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Marcheno (Brescia), 22 ottobre 2015 - MARIO BOZZOLI aveva paura. Per sé e per i figli, Claudio e Giuseppe. Credeva di essere vittima di mobbing e che «un giorno recandosi in azienda,non sarebbe più riuscito ad aprire il cancello». Era sul punto di sporgere denuncia. Ma non ha fatto in tempo. La fonderia di cui era titolare con il fratello maggiore Adelio a Marcheno, Valtrompia, la sera di giovedì 8 ottobre l’ha inghiottito e di lui non si è saputo più nulla. Davvero è stato spinto in uno dei due forni per la produzione dei lingotti di ottone, come sospettano gli inquirenti? E stato l’impatto di un corpo con il metallo incandescente a generare quella sera, in concomitanza con la sparizione, una fumata anomala dalle bocche di fuoco? Gli operai hanno riferito alla moglie di Bozzoli, Irene Zubani, tornata in fabbrica alle 23 a cercare il marito, che erano stati costretti a riavviare l’impianto andato in errore. NON USA mezzi termini la consorte dell’imprenditore nella denuncia di scomparsa fatta ai carabinieri dopo una notte insonne e una ricerca vana: «Negli ultimi mesi la situazione in azienda era diventata molto tesa. A causa del cambio generazionale ai vertici si erano creati screzi con la famiglia del fratello. Mario mi diceva di avere paura per i figli» I CONIUGI Bozzoli giovedì sera avevano in programma una cena sul Garda. L’ultima chiamata dell’imprenditore, per avvisare che avrebbe fatto una doccia e sarebbe partito alla volta del lago, è delle 19.11. Alle 23 l’industriale, descritto come abituato a chiamare spesso, ancora non si era visto e il cellulare era spento. «Ero certa che qualcosa fosse successo». La signora ai carabinieri ha confidato: Adelio avrebbe «ostracizzato» il marito, «vietava agli operai di parlare con lui». Mario viveva tutto come «un affronto alla dignità» e non ne parlava «Diceva che un giorno avrebbe sporto denuncia, non ha mai detto per cosa». Bozzoli pare sospettasse anche dei nipoti Alex e Giacomo: «I rapporti – è a verbale - si incrinarono con l’apertura della loro nuova fonderia di Bedizzole. Sono state molte le cose fatte a mio marito, dal compenso  amministratori non pagato nel 2014 alle accuse di aizzare gli operai contro i nipoti». Ombre si allungano quindi sulla fabbrica dei misteri, su cui si concentrano le indagini condotte dal comandante provinciale dei carabinieri Giuseppe Spina. Rese ancora più fitte dalla morte di Giuseppe Ghirardini, uno dei tre dipendenti di turno quando è sparito Bozzoli, trovato morto, accasciato in un bosco vicino a Ponte di Legno. «Molti di noi hanno paura a dire la verità» si lascia sfuggire un operaio. «Non molleremo l’osso», rassicura il procuratoreTommaso Buonanno.