Giallo di Marcheno, la famiglia dell'operaio morto chiusa nel dolore: «Un incubo più grande di noi»

La rabbia degli amici cacciatori di Giuseppe Ghirardini: «Vogliamo tutta la verità». La nipote: «Stava passeggiando per i fatti suoi ed è morto. Ora lasciateci in pace» di GABRIELE MORONI LA SCHEDA / Tutte le tappe del giallo

Inquirenti sul luogo del ritrovamento del cadavere di Giuseppe Ghirardini

Inquirenti sul luogo del ritrovamento del cadavere di Giuseppe Ghirardini

Marcheno, 19 ottobre 2015 - La notizia viene portata nella casa di Marcheno dai carabinieri. Una palazzina a due piani in via Aleno, tinteggiata di un rosa spento che ricorda vagamente il colore dei muri della Bozzoli srl, la fonderia dove Giuseppe Ghirardini lavorava come operaio specializzato. Viveva solo, con il ricordo della relazione finita con una donna brasiliana e del figlio che ne era nato, ma circondato da presenze familiari. Fine della speranza. Inizio di sgomento e disperazione.

«Lo abbiamo appena saputo – dice la sorella Ernestina –. È lui. Purtroppo è lui. Non doveva finire così. Abbiamo bisogno di essere lasciati soli con il nostro dolore. Siamo finiti in una cosa troppo più grande di noi». Gli altri familiari sono rinserrati nel microcosmo di quel caseggiato. Ogni tanto qualcuno si affaccia. Una sigaretta. Due passi fino alla grande legnaia a prendere un ceppo. Un’occhiata ai cinque magnifici segugi da caccia, due di Giuseppe, gli altri di amici, che abbaiano nel loro recinto. Uno sguardo a giornalisti e cameraman che stazionano sul limitare del cortile, l’invito ad allontanarsi di cui i carabinieri si fanno latori. «Ci hanno detto – distilla a fatica un cugino – che probabilmente è morto mercoledì, ma adesso devono fare l’autopsia. Siamo disperati ». Francesca Ronchi, una nipote, affida alla pagina Facebook di un quotidiano rabbia e dolore: «Avviso tutte le investigatrici e gli investigatori che mio zio Giuseppe è morto di malore passeggiando per i c... suoi in una splendida località della Tonalina. Lasciatelo in pace». L’incredulità dei compagni di caccia. Silvano Frola è uno di questi. Nella mattinata di mercoledì, quasi certamente il suo ultimo giorno di vita, Ghirardini lo aveva chiamato per sapere se si poteva organizzare la solita battuta: «Era una brava persona e non meritava di finire così. Adesso ci devono dire com’è andata, si deve fare chiarezza ». Si materializza Diego Bertussi, il giovane sindaco di Marcheno che in questi giorni ha retto un’ondata mediatica sempre più montante: «Sembrerebbe che sia deceduto per cause naturali. Se fosse così, sarebbe un po’ di consolazione per una famiglia distrutta e scaccerebbe qualcuno dei misteri di questi giorni. Misteri che alla nostra comunità fanno solo paura».