LORENZO CRESPI
Economia

Frontalieri, la Lombardia conferma la tassa sulla salute per i “vecchi” pendolari oltreconfine

L’annuncio dell’assessore ai Rapporti con la Confederazione Elvetica, Massimo Sertori. I sindacati: “Sia soltanto su base volontaria”

Il confine tra Italia e Svizzera a Lavena Ponte Tresa

Il confine tra Italia e Svizzera a Lavena Ponte Tresa

Varese, 24 luglio 2025 – Regione Lombardia applicherà il contributo economico al servizio sanitario italiano da parte dei lavoratori frontalieri, cioè la cosiddetta “tassa salute” che riguarderà i vecchi pendolari occupati oltre confine. Una misura prevista dalla legge di bilancio 2024.

L’assessore regionale ai rapporti con la Confederazione Elvetica Massimo Sertori lo ha confermato in occasione di un incontro sul tema con i sindacati. “Abbiamo deciso di applicare - ha detto - la percentuale minima prevista per legge, ovvero il 3% della paga netta”. Un tema che riguarda da vicino il territorio di Varese, la provincia con il numero più alto di frontalieri insieme a Como: circa 30mila. La Regione ha avanzato alle parti sociali la proposta di studiare la modalità di un welfare territoriale per rispondere ad alcune esigenze specifiche dei frontalieri.

“Il nostro obiettivo fondamentale è quello di rafforzare la sanità pubblica e rendere attrattivo il lavoro di medici, infermieri e personale sanitario aumentando sensibilmente la loro retribuzione”, ha detto l’assessore. Ma i sindacati hanno ribadito la loro contrarietà allo strumento della tassa salute, come spiegano i responsabili nazionali per i frontalieri di Cgil, Cisl e Uil Giuseppe Augurusa, Marco Contessa e Pancrazio Raimondo, che hanno lanciato una controproposta: trasformare l’imposta in un contributo volontario. “Che consentirebbe di superare i rilievi di incostituzionalità e, al tempo stesso, definire un sistema incentivante che valorizzi l’adesione dei lavoratori”.

Interviene sul tema anche il consigliere regionale varesino del Pd Samuele Astuti, che sposa la proposta di sostituire l’imposta con un contributo volontario e chiama in causa il titolare del welfare. “Ci aspettiamo che l’assessore Bertolaso venga presto in Commissione a riferire e che la Giunta chiarisca una volta per tutte le sue reali intenzioni”.