LORENZO CRESPI
Economia

Beko, il bilancio dei sindacati: “Sette mesi di vertenza e l’azienda non chiude. Dimezzati gli esuberi”

Cassinetta di Biandronno, soddisfatti ma non troppo: “Grande capacità di contrattazione. Tuttavia è un accordo di mantenimento e non di rilancio”

Lavoratori del sito Beko di Cassinetta di Biandronno riuniti in assemblea

Lavoratori del sito Beko di Cassinetta di Biandronno riuniti in assemblea

Cassinetta di Biandronno (Varese) – Sette mesi di vertenza, tredici incontri con l’azienda e un risultato: con la firma del 14 aprile al ministero delle Imprese e del Made in Italy la Beko Europe ha definito con le parti sociali impegni e investimenti fino al 2027. Ora i sindacati varesini guardano al lavoro di confronto svolto e alla nuova fase in arrivo. Per i rappresentanti locali di Cgil, Cisl e Uil si tratta innanzitutto di un’intesa che ha permesso di scongiurare la chiusura di due linee produttive annunciata nell’autunno 2024 per Cassinetta.

“La fabbrica dei frigoriferi rimarrà aperta – commenta Tiziano Franceschetti, Rsu Fim Cisl dei Laghi – Gli esuberi, 150 impiegati e 300 operai”. Quindi 450 in tutto, un numero ridotto rispetto agli 800 previsti in origine. “Le uscite saranno individuali e volontarie – rimarca Chiara Cola, Rsu Uilm – Non ci saranno licenziamenti forzati fino alla fine del 2027”. Un risultato raggiunto dopo che Beko aveva chiuso nei mesi scorsi uno stabilimento nel Regno Unito e due in Polonia.

“Abbiamo dimostrato una grande capacità di contrattazione sindacale, a partire dalla lotta dei lavoratori che è stata potente fin dai primi annunci di esuberi e dalle istituzioni scese in campo”, osserva Luciano Frontera, Rsu della Fiom Cgil. Per Cassinetta sono previsti 136 milioni di investimenti, un numero più alto dei 100 milioni annunciati a inizio vertenza per tutti i siti italiani. Ma non saranno la panacea di tutti i mali.

“È un accordo di mantenimento – precisa Nino Cartosio, segretario Fiom Varese – C’è una mole di investimenti che serve a garantire una continuità, non un rilancio”. Alla luce del lavoro di squadra con le istituzioni, aggiunge: “C’è un solo e unico soggetto che in questi cinque mesi non si è sentito nel territorio di Varese: Confindustria, né formalmente né informalmente”.

Un aspetto sottolineato anche da Gennaro Aloisio, segretario Fim Cisl dei Laghi: “Abbiamo fatto tutta la vertenza da soli con l’azienda. Sono stati mesi difficili, ma abbiamo fatto veramente sindacato”. Per Fabio Dell’Angelo, segretario territoriale Uilm, è stata una vertenza importante per “un’azienda che impiega 2.200 lavoratori con un indotto di 6mila addetti. Ma con i dazi l’Europa avrà un’invasione di prodotti sottocosto da parte dei cinesi”.