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Varese, Beko vuole chiudere la fabbrica di Cassinetta: 2.200 lavoratori rischiano il posto. Scatta lo sciopero

Nell’incontro a Roma l’azienda ha manifestato l’intenzione di smantellare tre stabilimenti italiani: Ascoli e Siena, oltre a Cassinetta di Biandronno. Le tre sigle metalmeccaniche proclamano 4 ore di sciopero

Comunanza, i sindacati: "Beko verso la chiusura. Pronti a organizzare manifestazioni di lotta"

L’allarme delle sigle dopo l’incontro a Roma: "Palese il disimpegno verso l’Italia"

Con pessime notizie, peraltro già nell’aria, si sono svegliati venerdì mattina i lavoratori dello stabilimento Beko di Cassinetta di Biandronno, in provincia di Varese. Sono 2.200 e tutti loro temono per il proprio futuro: la fabbrica è destinata alla chiusura. Ed oggi è stato annunciato uno sciopero di quattro ore. 

''Nel corso dell'incontro al Mimit su Beko Italia, ex Whirlpool, l'azienda ha presentato la strategia negli stabilimenti italiani, alludendo alle chiusure delle filiere del lavaggio e della refrigerazione, che riguarderebbero gli stabilimenti di Comunanza (Ascoli Piceno), di Siena e di Cassinetta (Varese)''. Lo dichiarano Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom Cgil, e Pino Gesmundo, segretario confederale Cgil, in una nota.

''Le lavoratrici e i lavoratori pretendono rispetto, dal momento che sono informazioni che già circolano da diversi giorni''. ''L'azienda prospetta chiusure annunciate di fatto negli scorsi mesi, a causa della riduzione del 50% dei volumi produttivi per la concorrenza con il mercato asiatico, di perdite consistenti di utili anche nel 2024 e dell'utilizzo di meno del 40% della capacità installata degli stabilimenti italiani'', aggiungono i sindacalisti. In particolare, spiegano i segretari, ''solo la filiera del cooking presente a Melano (Ancona) e in parte a Cassinetta risulta per l'azienda vantaggiosa dal punto di vista delle tecnologie e dell'innovazione del prodotto. Mentre gli stabilimenti di Beko in Italia nei settori del lavaggio (Comunanza) e della refrigerazione (Cassinetta e Siena) sono evidentemente destinati alla chiusura. Nel nostro Paese rimarrebbe quindi solo la linea del cooking, inclusa la ricerca e sviluppo e il global industrial design, oltre allo stabilimento di Carinaro (Caserta) che è centro per ricambi''.

''Riteniamo si stia per completare il piano di disimpegno dall'Italia, come avevamo già denunciato quando Arçelik ha chiuso l'accordo con Whirlpool per la nascita di Beko Europe per il rischio di sovrapposizioni di produzioni e stabilimenti'', dichiarano Gesmundo e Tibaldi. ''Al Governo abbiamo chiesto di chiarire in che modo intenda garantire i posti di lavoro e gli stabilimenti. È chiaro che il Golden Power annunciato non funziona, serve una garanzia reale di tutela delle lavoratrici e dei lavoratori. È per questo che insieme alle altre organizzazioni sindacali e alle lavoratrici e ai lavoratori, organizzeremo la nostra lotta contro l'ennesima, inaccettabile dismissione industriale''. 

Lo sciopero

Nel corso della giornata di venerdì il coordinamento nazionale di Beko di Fim, Fiom, Uilm ha proclamato quattro ore di sciopero nazionale ''per opporsi a qualsiasi ipotesi di chiusura o di licenziamento''. E' quanto si legge in una nota unitaria delle segreterie nazionali delle tre sigle metalmeccaniche, in cui viene spiegato che lo sciopero dovrà essere articolato a livello territoriale il primo giorno utile, in base al calendario di lavoro, entro il 20 novembre.