
Università dell'Insubria, il professor Davide Tosi e il suo alter ego virtuale
Varese – Il primo professore “avatar” d’Italia è all’Università dell’Insubria. L’ateneo di Varese e Como ha sviluppato una copia identica di Davide Tosi, docente di Big Data e delegato della rettrice all’Intelligenza artificiale. A lui, o meglio al suo gemello digitale, gli studenti potranno rivolgersi in qualsiasi momento, ricevendo risposte in tempo reale.
Professor Tosi, come è nata l’idea di creare questo suo clone virtuale?
“In occasione delle ultime elezioni Europee abbiamo iniziato una sperimentazione realizzando il primo avatar per un candidato politico. Poi abbiamo pensato insieme all’Università di Bologna, dove sono più specializzati nella parte di rendering e 3d dei corpi e delle figure, di realizzare un digital twin che fosse al cento per cento virtuale”.
L’avatar ha il suo aspetto e la sua voce. Come è stato realizzato tecnicamente?
“È stata fatta una scansione con dei meccanismi innovativi a disposizione dell’ateneo di Bologna nel gruppo del professor Gustavo Marfia e da questa scansione corporea istantanea del mio corpo è stato creato il rendering 3d al quale è stato dato il movimento digitale. Poi è stata sintetizzata la mia voce e quindi l’interazione con l’avatar è vocale. A domande effettuate a voce l’avatar risponde con la mia voce su qualsiasi tema legato agli insegnamenti dei miei corsi”.

Come è stato istruito l’avatar?
“È stato fatto un fine tuning sul mio insegnamento dei Big Data: gli abbiamo dato in pasto le slide che ho prodotto negli anni per questo insegnamento e il libro di riferimento che consiglio agli studenti e quindi il digital twin risulta specializzato su questo argomento”.
Per quali finalità potrà essere usato dagli studenti?
“Ad esempio per chiarire un argomento prima di un esame o per approfondimenti. La cosa che secondo me è molto sfidante è la possibilità di avere una risposta in tempo reale: quando un professore riceve una mail dagli studenti magari riesce a rispondere dopo 2 o 3 giorni tra i tanti impegni che può avere. In questo caso la risposta è istantanea. Inoltre si superano le barriere emotive degli studenti: molti non scrivono neanche al docente se hanno dei dubbi, perché si vergognano o per mille altri motivi. In questo caso si può fare qualsiasi tipo di domanda all’avatar senza nessuna remora”.

Dalle interazioni che avrà con gli studenti l’avatar diventerà ancora più intelligente?
“Si possono utilizzare le domande per affinare ulteriormente il progetto. Questo è un progetto pilota sperimentale che però dà il via a quello che sarà tra un anno o due anni la realtà di tutti i giorni, non solo nella didattica ma in qualsiasi contesto. Avremo la possibilità di sviluppare il nostro digital twin che sarà un supporto h24 e 7 giorni su 7, quindi un’estensione delle nostre braccia reali nel mondo virtuale”.

Ma non c’è il pericolo che i prof virtuali finiscano per sostituire quelli in carne e ossa?
“No, perché comunque quelli virtuali sono costruiti a partire dalla conoscenza di quelli veri. E c’è tutta la parte di interazione umana che viene a mancare”.