ROSELLA FORMENTI
Cronaca

L’incredibile storia di Battistina e del giovane che salvò dai lager nazisti: un bastone, una fotografia e un ritorno

Battistina aiutò Angioletto a Casa Italia, a Praga. Era incaricata di assistere i prigionieri liberati. Il deportato Castiglioni conservò la sua foto nel portafogli. Ora uno storico ne ha ricostruito la storia

Battistina Saska e la dedica, 25 luglio 1945

Battistina Saska e la dedica, 25 luglio 1945

BUSTO ARSIZIO – Una fotografia, ingiallita dal tempo, un nome, Battistina Saska, una dedica e una data, 25 luglio 1945. Quel giorno di 80 anni fa Angioletto Castiglioni, sopravvissuto al lager nazista di Flossenburg e alla terribile marcia della morte, saliva sul treno che da Praga lo avrebbe riportato a casa, a Busto Arsizio. Aveva 22 anni, camminava a fatica, provato dalle sofferenze patite nel campo di concentramento, si aiutava con un bastone, donatogli da una crocerossina cecoslovacca, Marta, che lo aveva assistito in ospedale a Terezin, dove era arrivato ferito. Il bastone di Marta e la fotografia di Battistina: due ricordi preziosi conservati per tutta la vita. Sempre nel portafoglio, con i volti più cari, la moglie, i genitori, la fotografia di Battistina ricordata con gratitudine con Marta quando l’ex deportato, matricola 43549 di Flossenburg, incontrava i giovani nelle scuole.

Battistina lo aveva aiutato a Praga, alla Casa Italia, dopo essere stato dimesso dall’ospedale, lei volontaria, incaricata dalla Croce rossa di assistere gli italiani, prigionieri militari e deportati liberati dai campi, una seconda mamma per Angioletto in quei drammatici giorni.

BUSTO ARSIZIO ANGIOLETTO CASTIGLIONI
Angioletto Castiglioni

Ma chi era Battistina? A ricostruire la sua storia è Ernesto Speroni, docente di Lettere in pensione, scrittore, storico e vicepresidente dell’Associazione Amici di Angioletto, dedicata al deportato bustocco, deceduto nel 2011. Racconta: “Avevo cercato notizie su Battistina, il suo ricordo commuoveva sempre Angioletto, mai affievolito dal passare del tempo, ma le ricerche erano state senza esito. Poi alcuni anni fa ho trovato un articolo scritto da Tonino Serra, medico e scrittore sardo, dedicato proprio a Battistina. Sì era proprio lei, Battistina Saska, la donna della fotografia”.

Speroni contatta Serra, che mette a disposizione documenti importanti per ricostruire la vita di Battistina. Per Serra è motivo di profonda commozione sapere di quella fotografia conservata da Angioletto, la conferma del bene compiuto da lei in quei momenti così tragici. Speroni può così riannodare il filo della vita della donna, nata Battistina Carta il 6 maggio 1893 a Jerzu, paesino nell’Ogliastra, in cui si sposa con Angelo Puddu, che muore nella prima guerra mondiale nel gennaio 1918, lasciandola vedova e con un figlio. Battistina reagisce alla tragedia, si trasferisce a Milano, dove vive un fratello carabiniere, qui conosce Ulderico Saska, un soldato boemo, nel 1925 il matrimonio, quindi la nascita di due figli.

Nei primi anni ’30 Battistina e Ulderico lasciano l’Italia e raggiungono la Cecoslovacchia, stabilendosi a Praga dove la coppia vive serena fino all’avvento del nazismo. Gli anni della guerra e dell’occupazione nazista sono terribili, Battistina è coraggiosa, nasconde alcuni soldati italiani in casa, rischia di essere fucilata dai nazisti, ma continua ad aiutare chi cerca la salvezza. Terminata la seconda guerra mondiale, dal mese di maggio 1945 Praga accoglie militari e deportati italiani liberati dai campi di concentramento, Battistina svolge attività di assistenza ai connazionali, su incarico della Cri, tra di loro c’è Angioletto Castiglioni che la ricorderà sempre. Poche le informazioni sulla donna dopo la guerra, a Praga lavora come bibliotecaria, poi torna in Italia, muore a Milano, vittima di un investimento, nel febbraio del 1968.

Conclude Speroni: “Battistina è un grande esempio di solidarietà, di dedizione al prossimo: ha avuto cura degli altri in momenti drammatici, comprendeva le loro sofferenze. A distanza di 80 anni, guardando quella fotografia, non possiamo che dirle “grazie Battistina per la tua generosità, per la dedizione con cui hai soccorso chi soffriva come Angioletto e tanti altri sventurati che rimangono nascosti ai nostri occhi ma sono stati ben presenti nel tuo cuore””.

Oggi 8 maggio è la Giornata mondiale della Croce rossa italiana, a 80 anni di distanza dalla fine della seconda guerra mondiale un ricordo speciale di Marta, crocerossina, e di Battistina, volontaria: videro gli orrori, curarono le ferite. Mai dimenticate da Angioletto Castiglioni.