Il nazismo e lo sterminio degli ebrei: il dovere di non “perdere la memoria”

La generazione Z deve ribellarsi all’usura del tempo, perché le tracce dei misfatti del Reich rimangano indelebili

L'ingresso dell'ex campo di sterminio di Auschwitz (Ansa)

L'ingresso dell'ex campo di sterminio di Auschwitz (Ansa)

Terrificante fu l’annientamento di milioni di esseri umani innocenti, ebrei principalmente e non solo: i tedeschi toglievano loro tutto senza motivo, ancor peggio li privavano della dignità. Nella seconda guerra mondiale, la Germania nazista diede il peggio di se stessa. Si inorridisce, ad esempio, all’idea che perfino alle donne e ai bambini rasavano a zero i capelli: ma quello era il meno rispetto alla torture a cui venivano sottoposti prima di finire nei forni crematori.

Il rischio di “perdere la memoria”

Gli anziani e i bambini più piccoli venivano portati nelle camere a gas e subito dopo nei forni crematori, mentre sui ragazzi più giovani, soprattutto se gemelli, venivano fatti degli esperimenti medici orribili, al termine dei quali la loro fine era sempre segnata. Mentre il tempo scorre e ci si allontana dalle orribili vicende della Shoah, si rischia di perdere per sempre il ricordo condiviso da testimoni oculari, superstiti protagonisti innocenti che raccontano le loro epsrienze terribili in quei campi di concentramento, dove sono state uccise sei milioni di persone.

Bisogna ribellarsi all’usura del tempo e rendere tali tracce indelebili nella Memoria della Generazione Z.

Il passaggio di testimone

In un futuro purtroppo non molto lontano non ci saranno più testimoni in vita, ma solo ciò che rimarrà delle testimonianze scritte; quindi, toccherà a noi narrare per ricordare, menzionando le parole degli ultimi superstiti che vissero in quel tempo e di cui siamo riusciti a sentirne la voce. I tragici e terribili episodi avvenuti nei campi di concentramento restano impressi nell’animo di chi li ascolta se a parlare sono i sopravvissuti, chi li ha subiti sulla propria pelle. Anche i libri, tuttavia, se ben scritti, costituiscono una fonte per tutta l’umanità, per non dimenticare le atrocità di un popolo convinto della supremazia della razza ariana. Ricordare, quindi, diventa sempre più facile quando più conosciamo i fatti che sono accaduti!

L’esempio di Primo Levi

Solo la memoria può aiutarci a diventare persone migliori! Tremenda e di fortissimo impatto emotivo, la testimonianza di Primo Levi nel suo libro in "Se questo è un uomo" scritto nel 1958 e sempre attualissimo. "Soccombere è la cosa più semplice: basta eseguire tutti gli ordini che si ricevono, non mangiare che la razione, attenersi alla disciplina del lavoro e del campo. l’esperienza ha dimostrato che solo eccezionalmente si può in questo modo durare più di tre mesi. Tutti i musulmani che vanno in gas hanno la stessa storia, per meglio dire, non hanno storia; hanno seguito il pendio fino al fondo, naturalmente, come i ruscelli che vanno al mare".

Ma non solo Primo Levi. Purtroppo la letteratura sugli orrori del nazismo è ricca di testi indimenticabili, terrificanti, orribili. Testi che lasciano un gran vuoto nell’animo e una domanda senza risposta: "come può l’uomo diventare così crudele coi suoi simili?".

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