Lisanza (Varese) – Claudio Carminati, ripercorrendo il naufragio della "Good… uria", ha spiegato al pm di essere stato sopraffatto da un fenomeno meteorologico imprevedibile e violentissimo, il “downburst”, mai vissuto prima nella sua esperienza nella navigazione, che in pochi istanti ha affondato il natante. Una drammatica fase vissuta sotto choc, e da allora lo skipper non si dà pace: "Avrei dovuto morire io al posto loro". Ha ribadito di non essere stato a conoscenza che i passeggeri a bordo erano agenti dei servizi segreti italiani e israeliani e che quella fu una normale gita sul lago Maggiore, senza alcun comportamento anomalo.
Per circa un'ora Carminati, indagato per naufragio e omicidio colposo plurimo, è stato interrogato dal pm di Busto Arsizio Massimo De Filippo, che ha coordinato le indagini chiuse di recente sul naufragio avvenuto nel pomeriggio del 29 maggio dell'anno scorso. Un interrogatorio chiesto dall'indagato, per fornire i suoi chiarimenti su alcune delle contestazioni.
Quel giorno, una domenica, la barca salpata dal cantiere nautico di Lisanza, frazione di Sesto Calende, fu travolta dalla tempesta che in pochi istanti la rovesciò, facendola inabissare per 16 metri. I morti furono quattro: Anja Bozhkova, cinquantenne di origine russa e residente da anni nel Varesotto, moglie di Claudio Carminati, che viveva con lui sulla barca e non sapeva nuotare; il maresciallo dei carabinieri Claudio Alonzi, 62 anni, e la 53enne Tiziana Barnobi, in forza all’Aise, il servizio segreto italiano per l’estero. Poi il 54enne israeliano Shimoni Erez, ex del Mossad da poco in pensione. Affogò nel lago anche il cane di Carminati e della moglie, mentre lo skipper e gli altri passeggeri, tutti 007 italiani e israeliani, riuscirono a salvarsi grazie anche all’intervento di altre imbarcazioni.
Nel corso dell'interrogatorio Carminati avrebbe spiegato di aver effettuato in buona fede le modifiche alla barca, in suo possesso dal 2007, che secondo le accuse avrebbero reso instabile il natante e meno resistente all'onda d'urto della tempesta. L'assicurazione, inoltre, era appena scaduta tanto che, non essendo ancora trascorsi i 15 giorni, è stata aperta dalla compagnia assicurativa una procedura per il risarcimento.
La versione ufficiale, diffusa dopo l’incidente, è stata quella di una gita, con in programma una sosta al ristorante sull’Isola dei Pescatori, per festeggiare il compleanno di Erez. Una gita preceduta da una missione congiunta fra agenti italiani e israeliani sulla quale, nonostante una ridda di congetture e ipotesi, è rimasto un velo di mistero.
L’indagine si è concentrata sul rispetto delle misure di sicurezza e sulla dinamica dell’incidente, al centro della perizia affidata a un pool guidato da Carlo Ceccarelli, l’esperto che lavorò sul naufragio della Costa Concordia.
Carminati, secondo le accuse, quel giorno sottovalutò l’allerta meteo che indicava l’arrivo di una forte ondata di maltempo. Non avrebbe rispettato il limite consentito di 15 persone a bordo (a bordo erano in 23) e sulla barca non c’era un numero sufficiente di giubbotti di salvataggio. Alla “Good...uria”, poi, sarebbero state fatte modifiche non comunicate al Registro navale. La Procura ora, messo a verbale l'interrogatorio di Carminati, valuterà la richiesta di rinvio a giudizio.