
L’area ha riconquistato valenza e pregio, merito di Ambrogio Milani. Il suo lavoro discusso da Chiara Casciaro all’Accademia di Brera.
LONATE POZZOLO (Varese)Quando Ambrogio Milani, oggi ottantaseienne, cominciò a ripulire l’area di via Gaggio, nella frazione di Tornavento a Lonate Pozzolo, da tempo dimenticata e in degrado, Chiara Casciaro aveva due anni. Era il 1997, da bambina avrebbe poi visto quel progetto prendere sempre più forma, crescere davanti ai suoi occhi e vent’anni dopo diventare l’argomento della sua tesi di laurea triennale in Comunicazione e didattica dell’Arte presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, con il titolo “La raccolta nel bosco, Ambrogio Milani e la via Gaggio”. Chiara si è poi laureata in Storia e Critica d’arte alla Statale di Milano quindi si è specializzata sul Sostegno didattico all’Università Bicocca, oggi è insegnante di sostegno alla scuola secondaria di primo grado Carminati a Lonate Pozzolo. Durante l’anno scolastico accompagna gli alunni a scoprire via Gaggio, un percorso nel cuore del Parco del Ticino che senza Milani e il suo straordinario impegno oggi non esisterebbe.
L’artefice del recupero della strada, non solo un tracciato che attraversa il bosco, ma un “museo all’aperto”, con oggetti e materiali che raccontano la storia del territorio, il mondo agricolo, quello industriale e la Seconda guerra mondiale, oggi per motivi anagrafici a cui non si può sfuggire è a riposo, ma l’importanza del suo lavoro resta. È nella tesi di laurea e nella bellezza che chi percorre via Gaggio ha davanti agli occhi, un itinerario particolarmente frequentato nella bella stagione. E ci sono sempre nuovi visitatori che la scoprono e si fermano davanti alle installazioni, stazioni di un pellegrinaggio laico realizzate con gli oggetti ritrovati da Milani autore anche dei cartelli – centinaia – che ne spiegano il significato e che oggi necessitano di essere ripassati con il colore per essere di nuovo completamente leggibili.
Un intervento di restauro delle scritte potrebbe essere un progetto da sottoporre alle scuole del territorio, avvicinando i giovani nativi digitali ad un passato che non deve essere dimenticato. Nulla dunque avrebbe potuto riconoscere l’importanza dell’impegno dell’anziano lonatese meglio di una tesi di laurea, lavoro di approfondimento della giovane docente che a distanza di anni ricorda "con gioia mi sono presa il compito di raccontare la raccolta, il museo di cultura materiale a cielo aperto lungo via Gaggio".
L’idea che fosse argomento di tesi allora aveva suscitato stupore in molti, anche lo stesso Milani rimase sorpreso, non rendendosi conto del valore di quanto aveva realizzato, un vero e proprio recupero territoriale e insieme storico- culturale. Continua l’insegnante: "Quando si percorre via Gaggio si ha l’impressione di trovarsi di fronte ad un’esposizione unica nel suo genere, impregnata fino in fondo della vita di chi ha abitato questo territorio e l’ha attraversato ogni giorno. Ecco il valore del “museo a cielo aperto” che ogni visitatore può vedere, un museo nel quale, come mi ha ripetuto spesso Ambrogio Milani, “anche i sassi parlano” perché a parlare è la vecchia strada che lui ha salvato dall’abbandono facendola diventare patrimonio della comunità, una rinascita che l’ha trasformata in un luogo che è un esempio per la conservazione di un territorio. E per questo mi auguro che il nome di Ambrogio Milani non sia mai dimenticato nella storia di Lonate Pozzolo".
Negli ultimi anni importante l’attività dell’Associazione Viva Via Gaggio per valorizzare l’area e promuovere il rispetto e la tutela di un patrimonio storico e ambientale da tramandare.