
Il grande attore ha avuto un rapporto speciale con Laveno Mombello immortalato in numerosi suoi film. Il sindaco Santagostino: "Ha contribuito a far conoscere il nostro territorio a livello nazionale".
Ci sono artisti che attraversano i palcoscenici e i set senza lasciare traccia, e ce ne sono altri che finiscono per intrecciare la propria storia con quella dei luoghi. Renato Pozzetto appartiene senza dubbio alla seconda categoria. Per questo, nella serata di ieri il Consiglio comunale di Laveno Mombello gli ha conferito la cittadinanza onoraria. Un atto che non è stato solo istituzionale, ma anche emotivo. Perché Pozzetto, con la sua ironia garbata e malinconica, ha saputo raccontare l’Italia dagli anni Settanta in poi, e al tempo stesso ha scelto Laveno come scenario privilegiato della sua vita e della sua arte.
Nato a Milano nel 1940, Pozzetto non ha mai nascosto l’affetto per il Lago Maggiore e per Laveno, che più volte ha trasformato in sfondo delle sue opere. Nel 1980 apriva il film "Sono fotogenico" con le immagini del traghetto che approda proprio a Laveno: un incipit che, per chi conosce quei luoghi, suona come una dichiarazione d’amore. Anni dopo, con "Il volatore di aquiloni", avrebbe legato il Poggio Sant’Elsa – simbolo del volo in deltaplano – a una narrazione intrisa di poesia e leggerezza. E nel 2012, con la miniserie "Casa e Bottega", Pozzetto riportava la macchina da presa a Laveno, facendo sfilare in televisione il centro, il lungolago, le ville storiche.
Non sono mancati, poi, altri titoli che hanno immortalato scorci del territorio: "Tre tigri contro tre tigri" (1977), "Il piatto piange" (1974), "Testa o croce" (1982), fino a "Le comiche" (1990).
Il sindaco Luca Santagostino, che ha guidato la cerimonia a Villa Frua, ha sottolineato l’importanza del riconoscimento: "Nella sua lunga e straordinaria carriera – ha ricordato – Renato Pozzetto ha sempre mantenuto un legame stretto con Laveno, rappresentandone scorci in film cult e vivendo qui momenti di relax con la famiglia. Pozzetto ha contribuito a far conoscere il nostro territorio a livello nazionale, rendendolo parte dell’immaginario collettivo. Per questo abbiamo ritenuto giusto rendergli omaggio con la cittadinanza onoraria".