Busto Arsizio, baci e carezze alla studentessa di 16 anni: un anno al bidello molestatore

Le effusioni in un’aula di un istituto superiore della città nel 2019. Il settantenne dovrà anche seguire un percorso rieducativo, il suo legale presenterà ora ricorso in appello

La sentenza di primo grado è stata emessa dal tribunale di Busto Arsizio

La sentenza di primo grado è stata emessa dal tribunale di Busto Arsizio

Busto Arsizio (Varese), 22 agosto 2024 – L’invito sembrava uno di quelli che non lascia presupporre doppi fini. “Devo pulire un’aula, se mi segui continuiamo a chiacchierare”. L’uomo, poi, è fidato, fa il bidello. In quella scuola non ci sono mai stati problemi, né lui in tanti anni è mai stato protagonista di episodi poco edificanti. Quel pomeriggio invece, siamo alla fine di marzo di cinque anni fa, le cose prendono una piega diversa e inaspettata. Lei, sedicenne, che si è fermata a pranzo perché il pomeriggio ha una lezione di teatro, e quel bidello come tante altre studentesse lo conosce, decide di seguirlo.

Quel che succederà dopo diventa materia di un processo di primo grado nei confronti dell’uomo – oggi 72enne – che si è concluso a fine luglio con la condanna a un anno di carcere (con sospensione della pena) per molestie nei confronti di una minorenne. C’è stato il ricorso al rito abbreviato. “Ha iniziato ad accarezzarmi sulla schiena attraverso la maglietta – racconta la sedicenne al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio Veronica Giacoia –. Poi mi ha baciato al collo e abbracciato”.

La ragazza, sconvolta, si libera dalla presa. E una volta a casa si confida con i famigliari. Il passo successivo è ovviamente la denuncia davanti ai carabinieri. Viene per forza di cose anche coinvolta la scuola. Il bidello è in via cautelativa sospeso dall’impiego dal Ministero dell’Istruzione per tre mesi. Accanto alla pena, l’uomo dovrà affrontare un percorso di rieducazione per imparare (a settant’anni e rotti) a rapportarsi con le persone in generale e con le donne in particolare. Il legale del bidello, l’avvocato Elisa Colombo, nutre diverse perplessità in merito all’attendibilità del racconto della ragazza.

“Di cui però adesso non posso parlare e che evidentemente saranno illustrate negli atti per il ricorso in appello”. Già, perché di quel che è successo quel 28 marzo del 2019 si tornerà a parlare davanti ai giudici milanesi, “quasi certamente l’anno prossimo”.