Busto Arsizio (Varese), 22 agosto 2024 – L’invito sembrava uno di quelli che non lascia presupporre doppi fini. “Devo pulire un’aula, se mi segui continuiamo a chiacchierare”. L’uomo, poi, è fidato, fa il bidello. In quella scuola non ci sono mai stati problemi, né lui in tanti anni è mai stato protagonista di episodi poco edificanti. Quel pomeriggio invece, siamo alla fine di marzo di cinque anni fa, le cose prendono una piega diversa e inaspettata. Lei, sedicenne, che si è fermata a pranzo perché il pomeriggio ha una lezione di teatro, e quel bidello come tante altre studentesse lo conosce, decide di seguirlo.
Quel che succederà dopo diventa materia di un processo di primo grado nei confronti dell’uomo – oggi 72enne – che si è concluso a fine luglio con la condanna a un anno di carcere (con sospensione della pena) per molestie nei confronti di una minorenne. C’è stato il ricorso al rito abbreviato. “Ha iniziato ad accarezzarmi sulla schiena attraverso la maglietta – racconta la sedicenne al giudice per le indagini preliminari del tribunale di Busto Arsizio Veronica Giacoia –. Poi mi ha baciato al collo e abbracciato”.
La ragazza, sconvolta, si libera dalla presa. E una volta a casa si confida con i famigliari. Il passo successivo è ovviamente la denuncia davanti ai carabinieri. Viene per forza di cose anche coinvolta la scuola. Il bidello è in via cautelativa sospeso dall’impiego dal Ministero dell’Istruzione per tre mesi. Accanto alla pena, l’uomo dovrà affrontare un percorso di rieducazione per imparare (a settant’anni e rotti) a rapportarsi con le persone in generale e con le donne in particolare. Il legale del bidello, l’avvocato Elisa Colombo, nutre diverse perplessità in merito all’attendibilità del racconto della ragazza.
“Di cui però adesso non posso parlare e che evidentemente saranno illustrate negli atti per il ricorso in appello”. Già, perché di quel che è successo quel 28 marzo del 2019 si tornerà a parlare davanti ai giudici milanesi, “quasi certamente l’anno prossimo”.