LUCA MIGNANI
Sport

Scherzi del destino. Rabiot -Rowe, che storia. Dopo la rissa a Marsiglia avversari in Milan-Bologna

C’eravamo tanto amati (con Massimiliano Allegri). E c’eravamo tanto “odiati“ (con Jonathan Rowe). Nel centro, Adrien Rabiot. Perché...

C’eravamo tanto amati (con Massimiliano Allegri). E c’eravamo tanto “odiati“ (con Jonathan Rowe). Nel centro, Adrien Rabiot. Perché...

C’eravamo tanto amati (con Massimiliano Allegri). E c’eravamo tanto “odiati“ (con Jonathan Rowe). Nel centro, Adrien Rabiot. Perché...

C’eravamo tanto amati (con Massimiliano Allegri). E c’eravamo tanto “odiati“ (con Jonathan Rowe). Nel centro, Adrien Rabiot. Perché quando c’è di mezzo lui, il nuovo centrocampista del Milan, oltre alla madre-agente Veronique, la banalità va spesso e volentieri a farsi friggere. Dolcezze e veleni, fin dai primi calci e fino alle ultime sberle. Quelle volate nella "rissa da pub" (De Zerbi dixit) tra il 30enne e il compagno (ormai decisamente ex) nell’ultima partita giocata insieme in maglia Olympique.

Divorzio per entrambi e destino quanto mai comune, perché l’inglese ha preso la strada di Bologna ed entrambi potrebbero debuttare l’uno contro l’altro a San Siro, a poco meno di un mese dal far-west marsigliese. Nella reunion con Allegri, invece, il destino c’entra ben poco. Volli, e volli sempre, e fortissimamente volli, piuttosto. Perché Rabiot ha avuto sì fior fior di allenatori, da Carlo Ancelotti a Laurent Blanc, da Thomas Tuchel a Maurizio Sarri, ma è con Allegri che ha legato (e giocato) di più. "Firmai con la Juventus perché pensavo di trovare lui e la sua mentalità vincente". Si troveranno, sì, ma due anni dopo. E quando Rabiot stava per lasciare Torino per lo United "gli dissi che lo consideravo un grandissimo giocatore", ha raccontato Allegri. Perché per il tecnico, Adrien, ha semplicemente "un motore diverso dagli altri".

Così, la lunga estate rossonera, fatta anche di bocconi amari, ha riservato il dolce, nella coda, con l’arrivo del francese. I messaggi non erano mancati: "Con Allegri parlo spesso. Giovanni Rossi, il consigliere di De Zerbi, lavora anche con lui e quando lo chiama mi dice: "Vieni, ti passo tuo papà". Discutiamo di tutto – aveva detto a inizio estate Rabiot - ed è chiaro che se mi chiama sarò sempre pronto a parlare". E Allegri, qualche tempo dopo: "Non ci siamo più sentiti, ma non possono negare di essere legato a lui". E questa volta, tutto è andato liscio anche con la madre-agente Veronique. Madame Rabiot non guarda in faccia nessuno, quando si tratta del figlio: da quando gli fece lasciare il Manchester City che lo aveva selezionato a 13 anni, fino all’ultimo trasferimento fatto saltare l’estate scorsa, con l’Atletico Madrid esasperato dalle numerose ed esose richieste. Nel mezzo ha fatto saltare i nervi a tanti, da Walter Sabatini (quando era a un passo dalla Roma) a Nasser Al-Khelaifi (presidente del Psg che aveva messo fuori rosa per mesi Rabiot per questioni di rinnovo-non rinnovo). Infine si è scagliata contro la dirigenza del Marsiglia, dopo il fattaccio: "Non sono all’altezza. De Zerbi? Abbaia". Capitolo chiuso: 10 milioni versati dal Milan per il centrocampista (10 gol e 6 assist l’anno scorso), contratto fino al 2028, 5 milioni a stagione. In questi giorni, in nazionale, primo amarcord con Mike Maignan con cui è cresciuto nelle giovanili del Psg: "La seconda volta che siamo visti ci siamo quasi menati, da allora andiamo molto d’accordo", ha raccontato il portiere. Tra poco, l’amarcord con Allegri: ecco l’incursore che voleva. Tra poco anche l’amarcord con Rowe...

Intanto dopo il mancato trasferimento ai rossoneri per non aver superato le visite mediche, Victor Boniface lancia una frecciata al Milan: "Loro hanno deciso di non procedere, io vado avanti. Se non fossi al 100% sarei in ospedale e non potrei parlare".

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