LUCA MIGNANI
Sport

Il bomber con la valigia. Il Milan fa retromarcia e ora si tiene Gimenez

Nel gelo di gennaio, capofila di un’improvvisa rivoluzione, Santiago Gimenez era stato etichettato quale naturale successore di Alvaro...

Santiago Gimenez è arrivato al Milan nel mercato di gennaio dal Feyenoord Fino a pochi giorni fa era nella lista dei possibili cedibili

Santiago Gimenez è arrivato al Milan nel mercato di gennaio dal Feyenoord Fino a pochi giorni fa era nella lista dei possibili cedibili

Nel gelo di gennaio, capofila di un’improvvisa rivoluzione, Santiago Gimenez era stato etichettato quale naturale successore di Alvaro Morata, centravanti in grado di sconfiggere la storica maledizione tramandata da Inzaghi a Giroud, attaccante dal gol facile in concorrenza con i vari Tammy Abraham, Luka Jovic, Francesco Camarda. Sul finire di giugno, altra musica: "Ottimo giocatore, massima fiducia, ma serve un’alternativa, un vero numero nove", Tare dixit. Così, estate torrida per il messicano, tra gli ultimi a tornare a disposizione di Massimiliano Allegri, ma tra gli unici attaccanti disponibili in avvio di campionato. E, tutt’ora, unico centravanti di ruolo in rosa, dopo un’altra rivoluzione a metà.

Alle spalle i giorni delle "opzioni" esplicitate dal ds rossonero: Rasmus Hojlund da Manchester si è trasferito a Napoli, Dusan Vlahovic è rimasto a Torino. E ancora: il bocciato Victor Boniface ha firmato con il Werder Brema, Nicolas Harder è finito al Lipsia. La lista, lunga, è stata stracciata, per ora: Nicolas Jackson al Bayern Monaco, Breel Embolo al Rennes e via così. L’ultima pista, quella relativa allo scambio con la Roma per portare a Milano Artem Dovbyk, naufragata: tra il mancato accordo sull’entità dei diritti di riscatto e la volontà, mai nascosta dal “Bebote“, di rimanere in rossonero.

"Sarà perché tifiamo", l’indizio social dell’agente Rafaela Pimenta che, già ben prima del gong del mercato, aveva chiarito: "Resta al Milan". Voci, anche incontrollate e relative al Chelsea. Di fatto, Milan. Di fatto, unico centravanti in un reparto avanzato composto da Leao, Nkunku, Pulisic, magari anche Saelemaekers. L’ultima giornata, a Lecce, simbolica: salito sull’aereo tra gli ultimi, testa bassa per aver causato fortuitamente l’infortunio di Jashari, praticamente scaricato da Tare ("lavoriamo allo scambio con Dovbyk"). Poi in gol e a esultare sotto la Sud, indicando il Diavolo sulla maglia, con dedica al compagno svizzero: rete annullata, ma complimenti da Allegri, per l’impegno, come con Cremonese e Bari.

Di centri, quest’anno, ancora zero. Era arrivato con un curriculum da leccarsi i baffi: 17 gol con il Feyenoord in metà stagione, 26 in quella precedente. Investimento da 32 milioni più bonus, contratto fino al 2029 da 2,5 milioni all’anno, due gol nelle prime due giornate di campionato, timbro immediato in Champions. Ma, in totale, appena 6 reti per il Diavolo, fin qui. Poco. La sua alternativa, obiettivo dichiarato, non è però arrivata. E lui è rimasto. Palla ad Allegri, ora. E alle sue scelte: tridente, 3-5-2, varie ed eventuali. Gimenez c’è. Sulle spalle, le stimmate del bomber maturate in Olanda. Di fronte, una sfida che ha dimostrato di volersi giocare (e vincere) a tutti costi.

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