FABRIZIO CARCANO
Sport

La Dea delle plusvalenze. Con la cessione di Retegui l’EuroAtalanta incassa cento milioni in un mese

Capolavoro di Luca Percassi, stesso copione di due anni fa con Hojlund

Capolavoro di Luca Percassi, stesso copione di due anni fa con Hojlund

Capolavoro di Luca Percassi, stesso copione di due anni fa con Hojlund

L’Atalanta in queste prime settimane di affari del pallone ha incassato 100 milioni dalle cessioni di Retegui, Ruggeri, Adopo e Piccoli, e realizzato 80 milioni di plusvalenze nette. Numeri che certificano ancora una volta come la Dea, sotto la gestione dei Percassi, sia diventata la regina del mercato nelle operazioni di valorizzazione, resa in campo e vendita al momento giusto dei suoi gioielli.

Lo scorso agosto il club nerazzurro acquistava Retegui, appena 7 gol al Genoa, per 22 milioni, per rivenderlo undici mesi dopo da cannoniere della A, con 25 gol, a oltre il triplo: 68 milioni. Realizzando così una plusvalenza da 46 milioni, la stessa cifra dell’estate del 2024 per Koopmeiners acquistato a 14 milioni dall’AZ 67 e rivenduto a 60 alla Juventus. In questo primo scorcio del calciomercato le cessioni dei canterani Ruggeri e Piccoli, e di Adopo arrivato a parametro zero, hanno portato nelle casse nerazzurre altri 34 milioni di plusvalenze. Ancora più ricca la plusvalenza da 58 milioni di due anni fa con Hojlund, acquistato per 17 milioni dallo Sturm Graz e rivenduto undici mesi dopo allo United per 75 milioni.

Sono le punte di un iceberg dorato, da oltre mezzo miliardo di plusvalenze, dal 2017 in poi, realizzate dall’amministratore delegato Luca Percassi, il ‘mago del mercato’, con le cessioni dei vari Kessie, Conti, Caldara, Cristante, Mancini, Kulusevski, Castagne, Diallo, Romero, Gosens e Okoli. Il tutto con un paradosso dal punto di vista sportivo: la Dea nonostante tutte queste operazioni in uscita ha sempre avuto piazzamenti migliori della stagione precedente. Ora la dirigenza atalantina - che ha già speso 55 milioni per Kossounou, Sulemana e il 17enne Ahanor - ha un tesoretto da una cinquantina di milioni per acquistare un altro attaccante di valore, per un ruolo da titolare, uno come Lucca o Raspadori, entrambi con quotazioni di mercato intorno ai 30 milioni, oppure Pinamonti del Genoa o il montenegrino Krstovic del Lecce, e un altro attaccante di prospettiva, da plasmare, come il non ancora 20enne Adam Daghim esploso nel Salisburgo.

La linea offensiva atalantina attualmente è la stessa di un anno e mezzo fa, quella del trionfo di Dublino, con il possibile tridente De Ketelaere-Scamacca-Lookman, con riserve importanti come Maldini, il ghanese Sulemana, appena acquistato dal Southampton, e forse El Bilal Toure’, preso due anni fa per 30 milioni e che ora rientra dallo Stoccarda per restare a disposizione di Juric. In teoria l’attacco atalantino sarebbe a posto così, considerando che Retegui era stato acquistato per rimpiazzare l’infortunato Scamacca, ormai in fase di rientro.

In pratica, però, il mercato è lunghissimo e la permanenza di Lookman, richiesto dal Napoli e dall’Atletico Madrid, resta un’incognita, da tarare però con i conti: dopo la cessione di Retegui la Dea ha incamerato un tesoretto che potrebbe portare a blindare gli altri gioielli, da Carnesecchi a Ederson fino appunto a Lookman. Intanto prima del raduno di lunedì la dirigenza vorrebbe chiudere la questione secondo portiere da affiancare al titolarissimo Carnesecchi: nelle ultime ore è cresciuta l’ipotesi di un’uscita anticipata dal Milan e un ritorno del 33enne brianzolo Marco Sportiello, affidabile e già rodato in Champions, veterano da 137 partite in nerazzurro. Il canterano Sportiello andrebbe a coprire nella lista Uefa il vuoto lasciato da Ruggeri come prodotto del settore giovanile e garantirebbe una valida alternativa nel ruolo di dodicesimo.

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