
Luka Modric, 40 anni, è già il trascinatore del Milan di Max Allegri
Solo Luka Modric, e la giacca di Max Allegri, potevano risvegliare San Siro. Il primo eccitante arriva dopo un'ora di gioco sonnolenta, che non può essere solo il somatizzare il leggero brusio dello stadio-cattedrale. Non piace il Milan, non piace certo neanche il Bologna, in netta contraddizione con la filosofia Italiano, quasi a suo agio nel rallentare ogni sparuta impennata rossonera. Va detto, con Nkunku e Pulisic non al meglio, e Leao ancora fuori, Max Allegri può inventarsi poco. 3-5-2 che diventa 4-4-2 in fase di non possesso, con le spinte offensive dell'esordiente Rabiot che si placano subito quando Pervis Estupinan si prende un giallo, seguito poco dopo da Fikayo Tomori. Sì, Ruben Loftus-Cheek diventa la spalla di Santiago Gimenez. Il londinese, con un paio di sponde e alcune percussioni centrali, si fa notare, il messicano non va oltre una buona penetrazione nel cuore dell'area bolognese, seguita da conclusione troppo centrale con il "suo" sinistro. Per il resto, solito sconclusionato deambulare sul fronte attacco, senza sapere che posizione prendere, senza difendere alcun pallone. Quel che spreca in due clamorose occasioni nella ripresa si può considerare insicurezza, ma pare anche un'ammissione di inadeguatezza.
Luka Modric chiama l'applauso al suo rientro in panchina, Max Allegri non lesina carezze: il resto, per Santi, lo dirà il tempo. In un simile contesto, è ancora il pragmatismo del tecnico livornese a tenere tutto in piedi, perché i rossoneri sono equilibrati, pur salutando Pavlovic a fine primo tempo e pagando la "tassa Maignan" ad inizio ripresa. E ripartono per una volta con costrutto, con Loftus e Saelemaekers a condurre l'azione decisiva di Luka Modric (il più anziano centrocampista a segnare in Serie A). Difesa collettiva, dove Koni De Winter alza l'attenzione sulla palla, offensiva individuale, con Adrien Rabiot che dona consistenza e ragionamento, liberando la classe di Luka Modric e nel finale anche quella di Christian Pulisic. Il resto è nel tocco del croato, e nell'espulsione di Allegri per un rigore non concesso su Nkunku poco prima del recupero. Fantasia e orgogliosa rabbia, quel che serviva per risvegliare San Siro. E il Milan, torna davanti all'Inter dopo una lunga attesa.
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