
L’emicrania rappresenta una delle patologie neurologiche più diffuse a livello globale
L’emicrania rappresenta una delle patologie neurologiche più diffuse a livello globale, colpendo oltre un miliardo di persone, con un’incidenza maggiore nelle donne. Si tratta della seconda malattia più disabilitante al mondo, con conseguenze significative sulla qualità della vita e sulla produttività lavorativa. Gli attacchi di emicrania si manifestano con mal di testa intenso, spesso unilaterale e pulsante, aggravato dall’attività fisica e accompagnato da sintomi quali nausea, vomito, ipersensibilità a suoni, luci e odori. La patologia, che può esordire già dall’infanzia, ha un forte impatto psicologico sui pazienti, determinando un senso di insicurezza costante e limitando la partecipazione alla vita sociale e lavorativa. Le ripercussioni economiche sono ingenti: studi europei stimano un costo annuo tra i 18 e i 27 miliardi di euro per la gestione della malattia, tra spese sanitarie e perdita di produttività. La prevenzione e il trattamento efficace dell’emicrania sono dunque essenziali per ridurre il peso sociale ed economico della patologia. Negli ultimi anni, la ricerca ha fatto progressi significativi nello sviluppo di terapie specifiche per l’emicrania. Dopo decenni di utilizzo di farmaci non mirati, è stata introdotta una nuova classe di medicinali, i gepanti, che agiscono sul peptide correlato al gene della calcitonina (CGRP), una proteina coinvolta negli attacchi emicranici. Questi farmaci hanno dimostrato di essere efficaci nella riduzione della frequenza e dell’intensità degli episodi, migliorando sensibilmente la qualità della vita dei pazienti. Tra le novità più rilevanti vi è Atogepant, un gepante recentemente approvato e rimborsato dal Servizio Sanitario Nazionale per i pazienti che soffrono di almeno otto giorni di emicrania debilitante al mese. La terapia preventiva si affianca a opzioni già esistenti, come anticorpi monoclonali diretti contro il CGRP, disponibili in formulazioni iniettive e orali. Sebbene la remissione completa non sia garantita per tutti, i nuovi trattamenti offrono una prospettiva concreta di miglioramento per chi convive con questa malattia. Come sottolineano gli esperti, l’obiettivo è garantire ai pazienti il maggior numero possibile di giorni liberi dagli attacchi, restituendo loro il controllo sulla propria quotidianità e riducendo il peso dell’emicrania sulla società.