
Caffè, localini, negozi che hanno fatto tendenza nella storica Brera una volta il luogo in cui gli artisti pianificavano la rivoluzione culturale. E poi la Torre Rasini e un’ora di relax a bordo piscina a Villa Necchi.
"Stravagante, giovane e internazionale. Un po’ parigina, un po’ bohèmien": ecco Brera con le parole dell’architetto Michele De Lucchi. E, in effetti, a cercare bene, Brera ha ancora un po’ quell’aria da quartiere di artisti e intellettuali che facevano la rivoluzione dai tavolini del bar Jamaica. Una comune di editori, giornalisti, teatranti e pittori, che rifiutava il modello piccolo borghese del boom economico. Erano gli anni Sessanta quelli della "Vita Agra" di Luciano Bianciardi. Poi c’è stata la contestazione, la "Milano da bere" e la globalizzazione, ma quella è un’altra storia. Oggi il quartiere, dopo i cambiamenti della tanto contestata...