MASSIMILIANO MINGOIA
Servizi

Il boom del turismo in città. Visitatori quasi raddoppiati. L’obiettivo: 10 milioni all’anno

Nel 2015 gli arrivi erano 5,2 milioni, nel 2024 sono arrivati a quota 9 milioni: record cittadino. Il contributo del Comune: dai grattacieli dell’era Albertini alla gestione di Sala dell’evento.

Nel 2015 gli arrivi erano 5,2 milioni, nel 2024 sono arrivati a quota 9 milioni: record cittadino. Il contributo del Comune: dai grattacieli dell’era Albertini alla gestione di Sala dell’evento.

Nel 2015 gli arrivi erano 5,2 milioni, nel 2024 sono arrivati a quota 9 milioni: record cittadino. Il contributo del Comune: dai grattacieli dell’era Albertini alla gestione di Sala dell’evento.

"Dove vai in vacanza?". "A Milano, of course". Prima dell’Expo 2015 un dialogo del genere sarebbe apparso come il frutto di una battuta degna di un film. Magari come quella della pellicola degli anni Ottanta, “Segni particolari: bellissimo“, in cui Adriano Celentano mostrava il mare in Piazza Duomo. Molto divertente, poco realistico, anche se qualche milanese potrebbe ricordare che il capoluogo lombardo un piccolo mare ce l’ha ed è quello dell’Idroscalo. Non proprio in centro, ma sempre uno specchio d’acqua.

Dopo il 2015, invece, tutto è cambiato. Nell’anno dell’Expo, Milano aveva accolto 5.290.162 turisti, in crescita rispetto all’anno prima. Dieci anni dopo, nel 2024, la città ha chiuso con un “bottino“ di 9.068.178. Record storico all’ombra della Madonnina. Se non è il doppio, rispetto al 2015, poco ci manca. Com’è stato possibile? Questione di sostanza e questione d’immagine. Partiamo dalla prima. A partire dalla fine degli anni Novanta, con la Giunta del sindaco Gabriele Albertini, la città ha visto uno sviluppo urbanistico imponente. In quegli anni sono stati progettati e autorizzati i nuovi quartieri di Porta Nuova e di CityLife. La Milano dei grattacieli, un po’ più vicina alle grandi metropoli internazionali, è sorta, piano dopo piano, in quegli anni. Qualche milanese e qualche turista continua a pensare, sbagliando, che lo sviluppo verticale di Milano sia scattato grazie all’Expo 2015. Ma non è così.

L’accelerazione della metropoli è partita durante la prima Giunta Albertini (1997-2001) e si è consolidata durante il secondo mandato (2001-2006) del primo cittadino "amministratore di condominio", come lui, ironicamente, si definiva. Poi è arrivata la sfida dell’Expo 2015, cavalcata con impegno dal sindaco Letizia Moratti, che ha conquistato l’Esposizione universale viaggiando in tutto il mondo, specie in Africa, per conquistare ogni singolo voto, anche con il supporto del Governo Prodi. Un impegno nazionale e locale che ha portato al risultato finale: Milano che batte la turca Smirne e conquista l’Expo.

Nel 2011, intanto, a Palazzo Marino entra il nuovo primo cittadino, Giuliano Pisapia. È lui a gestire i quattro anni che porteranno il capoluogo lombardo fino ai sei mesi dell’Esposizione universale nell’area ai confini tra Milano e Rho. O meglio, Pisapia gestisce il Comune, ha un ruolo significativo nella rinascita della Darsena, inaugurata il 26 aprile 2015 (sempre dieci anni fa), a pochi giorni dall’inaugurazione dell’Expo, il 1° maggio 2015. Ma tutta la fase preparatoria e organizzativa dell’evento è gestita da un manager prestato alla politica, che aveva esordito nel settore pubblico come city manager dell’amministrazione Moratti nel 2009. Sì, parliamo di Giuseppe Sala, commissario unico dell’Expo.

L’Esposizione è stata un successo che è andato oltre le più rosee aspettative. È in quei mesi che i tour operator inseriscono Milano tra le tappe obbligate da toccare quando un turista straniero sbarca in Italia. Una prassi che è nata nel corso dei sei mesi dell’Expo e ha avuto impatto duraturo. In fondo, se la città ha incrementato così tanto i suoi turisti nell’ultimo decennio lo si deve proprio all’effetto Expo.

La crescita dei visitatori, anno dopo anno, è stata impressionante. Si è partiti dalla solida base del 2015, i già citati 5.290.162 turisti, per poi accelerare ulteriormente: 5.396.494 (2016), 6.205.845 (2017), 6.821.340 (2018) e 7.463.654 (2019). E siamo al trauma del Covid. Metropoli chiusa e addio visitatori. Il 2020 è tragico, non solo per le morti a causa del coronavirus, con appena 1.923.907 turisti. Nel 2021, con l’emergenza ancora in corso, va un po’ meglio: 3.368.787. L’anno della vera ripresa dei visitatori, quasi al livello del 2019, è il 2022 con 6.769.247. La crescita “infinita“ continua nel 2023 con 8.487.200 turisti e nel 2024 con 9.068.728.

L’obiettivo dei 10 milioni di visitatori in un anno è ormai a portata di mano... e di hotel, airbnb e di ogni altra sistemazione degna di questo nome. Milano città turistica, dunque, come Roma, Firenze e Venezia. E quel dialogo da cui siamo partiti – "dove vai in vacanza?". "A Milano, of course" – non è più una battuta. È una solida realtà.