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“Palestina libera” sulle note di una canzone ebraica: al concerto del Primo Maggio scoppia il caso Patagarri

L’appello della band milanese fa infuriare la Comunità ebraica di Roma: “Si appropriano della nostra cultura per invocare la nostra distruzione, è ignobile”

I Patagarri sul palco del concerto del Primo Maggio a Roma

I Patagarri sul palco del concerto del Primo Maggio a Roma

Milano – In tanti aspettavano al varco Ghali, probabilmente, invece l’uscita che ha suscitato polemiche al tradizionale concerto del Primo Maggio in piazza San Giovanni a Roma è arrivata dai Patagarri.

“Finché ogni popolo non sarà libero di autodeterminarsi e di vivere in pace, non potremo essere allegri. E quindi vi chiedo di ripetere con me: Free Palestine, Palestina libera", ha detto sul palco Francesco Parazzoli, frontman del gruppo milanese rilevazione dell’edizione 2024 di X Factor. Una presa di posizione decisa su uno dei grandi temi d’attualità, tema che tuttavia in Italia non ha visto molti cantanti schierarsi, anche quelli più impegnati. Ad eccezione appunto di Ghali, che a Sanremo 2024 aveva suscitato le ire addirittura dell’ambasciatore d’Israele in Italia, per un passaggio del su brano ‘Casa mia’ e soprattutto per il grido “Stop al genocidio”, in un momento in cui erano ancora in pochi a utilizzare quel termine per descrivere quanto stava e sta accadendo a Gaza.

Sul palco del Primo Maggio, Ghali si è invece limitato a cantare, senza srotolare la bandiera della Palestina (come ha invece fatto il pubblico nel corso della sua esibizione) e senza nemmeno lanciare un appello al voto per il quinto referendum dell'8 e 9 giugno che prevede la riduzione da 10 a 5 anni del requisito di residenza per ottenere la cittadinanza italiana, come era stato annunciato da fonti vicine all’artista nei giorni precedenti il concerto. L’unico fuori programma nell’esibizione del cantante milanese di origine tunisina è stato un incidente tecnico con cuffia e microfono.

A salire agli onori delle polemiche sono stati così i Patagarri, nella loro esibizione pomeridiana. Non tanto per il “Palestina libera” quanto per averlo intonato sulle note di di 'Haga Nagila', noto brano della tradizione ebraica ispirata a una melodia popolare ucraina. Durissimo l’intervento di Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma: “Appropriarsi della nostra cultura, delle melodie a noi più care, per invocare la nostra distruzione, è ignobile. C'è qualcosa di davvero sinistro, macabro, nell'esibizione dei Patagarri. Pensate a cosa ha fatto Hamas dei nostri bambini. Ascoltare una nostra canzone dal palco del Primo Maggio in diretta tv, culminante nel grido ‘Palestina Libera!”, lo slogan delle piazze che invocano la cancellazione di Israele, è un insulto e una violenza inaccettabile. Mai ce lo saremmo aspettati in un concerto che celebra il lavoro’, ha scritto sui social, postando il video dell’esibizione dei Patagarri.

Rincara la dose Noemi Di Segni, presidente dell'Unione delle Comunità ebraiche italiane: “Una canzone ebraica che ha come significato la gioia di stare insieme è stata appositamente stravolta con l'effetto di creare divisioni e generare odio antisemita anziché mettere in campo ogni sforzo per la convivenza tra i popoli, come le Comunità ebraiche in Italia cercano di fare in ogni ricorrenza”. Di Segni punta il dito anche contro Cgil-Cisl-Uil e televisione di Stato: “Siamo attoniti per quanto avvenuto oggi dal palco istituzionale del 1 maggio organizzato dalle sigle sindacali in una ricorrenza ufficiale dell'Italia e senza vigilanza da parte della Rai che ha poi trasmesso il programma”.