La sosteniblità è materia all'ordine del giorno e l'appuntamento con un mondo più green non può più essere rimandato. E questo vale, ovviamente, anche per il settore edile che, stando ai numeri, solo in Europa è responsabile di circa il 40% del consumo finale di energia (25% residenze e 15% al settore terziario), di più anche dell'industri e dei trasporti. Dati che fanno riflettere che il momento di cambiare marcia è proprio arrivato. Una soluzione per iniziare a invertire questa tendenza c'è e si chiama green buinding, ovvero utilizzare nel settore delle costruzioni materiali ecosostenibili che possono ridurre il consumo energetico, essere riciclati oppure durare a molto a lungo nel tempo. A questo punto la difficoltà, se così può essere chiamata, sta nel conoscere questi materiali e sceglierli nel modo giusto. Per definire un certo materiale come sostenibile è necessario che quest'ultimo rispetti delle precise caratteristiche: consumo di energia inferiore rispetto agli edifici tradizionali durante tutto il ciclo di vita; consumo di acqua inferiore rispetto agli edifici tradizionali; minore impatto ambientale lungo l’intero ciclo di vita; miglior qualità e comfort indoor; maggiore durabilità rispetto a un edificio tradizionale; assenza di sostanze tossiche; riciclabilità. Quelli più comunemente utilizzati e considerati green sono diversi tipi di laterizio, blocchi in calcestruzzo porizzato e in argilla espansa, pietre naturali e terra cruda. Poi ci sono tutti quei materiali che in gergo tecnico vengono chiamati isolanti, anche in questo caso ce ne sono alcuni che molto più di altri strizzano l'occhio all'ambiente e sono: i pannelli in fibra di legno, il sughero e la fibra di cellulosa. A conferma di come e quanto il legno (e derivati) abbia conosciuto uno sviluppo esponenziale in diverse parti del mondo, anche quelle dove il clima è più moderato e prima il legno era praticamente sconosciuto o quasi.
Eventi e fiereL'edilizia incontra la sostenibilità. Ecco come nasce la green building