MICHELE PUSTERLA
Cronaca

Valfurva, aggredì il padre con un’accetta: patteggia una pena di 3 anni e 8 mesi

L’anziano genitore fu ripetutamente colpito dal figlio tornato ubriaco in alpeggio: "Mi voleva uccidere, non ci riuscì perché ero ancora sveglio e mi sono difeso"

L'anziano venne colpito ripetutamente con un'accetta

L'anziano venne colpito ripetutamente con un'accetta

Sondrio - Ha patteggiato e se l’è cavata con una condanna a 3 anni e 8 mesi per tentato omicidio ed evasione. Si è concluso l’iter processuale d’una vicenda che risale al 25 giugno 2021 e che aveva scosso l’Alta Valtellina.

Silvano Giana, 60enne di Castione, in quei giorni di inizio estate si trovava nel maggengo di Valfurva con il padre Augusto e la loro mandria al pascolo. Una sera, in stato di alterazione dall’alcol e dopo un litigio con il genitore ultraottantenne per la mancata o non buona pulizia della mungitrice, lo aveva aggredito brutalmente con un’accetta, tentando di ucciderlo.

La goccia che fece traboccare il vaso, stando a quanto emerso in Tribunale, era stato il rimprovero al figlio per essere tornato nel maggengo ubriaco. Così lui, più tardi, era entrato nella stanza dove il padre stava riposando e, senza dire una parola, lo aveva aggredito violentemente colpendolo ripetutamente alla testa, all’orecchio, alla mano, alla tibia sinistra e alla coscia destra con un’accetta con un manico di 92 centimetri e una lama lunga 10.

"Mi voleva uccidere, non riuscì perché ero ancora sveglio e mi sono difeso", raccontò la vittima. "Si è difeso strenuamente – si legge nel capo di imputazione - riuscendo alla fine a togliere dalle mani del figlio l’ascia e riportando numerose ferite da difesa alle mani".

Silvano Giana raccontò di essere stato aggredito prima lui dal padre con un bastone e di essersi difeso, ma di questa ricostruzione non c’è traccia nelle carte del Tribunale. Entrambi furono ricoverati, il più giovane a Sondrio per ingessare un braccio, il più vecchio al Morelli per lesioni più serie, giudicate guaribili in 30 giorni.

Il 60enne fu arrestato dai carabinieri per tentato omicidio aggravato. Quattro mesi dopo fu scarcerato e posto ai domiciliari, ma poco dopo, a novembre 2021, si allontanò di casa, evadendo. Dovrà pagare le spese del mantenimento in carcere nei 4 mesi di detenzione.

"Il genitore col quale si è riconciliato - spiega l’avvocato dell’imputato, Maurizio Carrara – lo ha perdonato e ora lavora nella fattoria di famiglia a Castione, con gli altri fratelli. Il pm Stefano Latorre, considerando anche l’avvenuto risarcimento del danno, e il fatto che ha intrapreso un percorso riabilitativo per l’alcol, ha acconsentito al patteggiamento che prevede uno sconto di pena. Il mio assistito, che ha già scontato circa 8 mesi fra carcere e domiciliari, potrà ora chiedere l’affidamento in prova per scontare il residuo di pena".