Ieri mattina i Carabinieri della Compagnia di Sondrio, coadiuvati dai colleghi di Milano Porta Monforte, hanno dato esecuzione all’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Fabio Giorgi, su richiesta della Procura di Sondrio, nei confronti di 3 italiani, ritenuti responsabili in concorso tra loro dell’incendio del 16 settembre in danno della ditta Work Safety Spa di Castione.
Le indagini – serrate - sono iniziate sin dalla fase di spegnimento delle fiamme da parte dei Vigili del fuoco, durata diverse ore, con l’acquisizione delle dichiarazioni di testimoni presenti che da subito hanno fatto propendere per l’origine dolo, essendo stato visto, in particolare, un furgone bianco con 2 persone allontanarsi a forte velocità dal parcheggio esterno della ditta fondata dal pugliese Andrea Taurino, poco prima che le fiamme iniziassero a divampare. Testimoni segnalarono, inoltre, di avere udito un forte scoppio provenire dal capannone andato distrutto. Fiamme per riscuotere i soldi di un’assicurazione ? O il movente va cercato in Puglia ?La vendetta di estorsori ? La visione dei filmati dei sistemi di videosorveglianza in zona ha permesso di risalire al furgone, un Fiat Fiorino noleggiato da una società di Milano, a cui gli occupanti hanno sostituito le targhe appena giunti in Valtellina con altre appositamente tolte dalla macchina di un complice, anch’egli colpito da misura cautelare. I due si sono poi diretti verso la ditta Work Safety di Castione e lì - secondo le indagini - avrebbero innescato dopo pochi minuti l’incendio per poi allontanarsi a forte velocità abbandonando le targhe posticce in un terreno incolto a Berbenno. E rinvenute dai Carabinieri e poste sotto sequestro, anche se il proprietario ne aveva nel frattempo denunciato il furto.
I Carabinieri, attraverso la visione delle immagini, hanno comparato il volto degli occupanti del Fiorino con le foto dei cartellini fotosegnaletici nella banca dati delle Forze di Polizia, riuscendo a risalire alle generalità degli stessi, M. Dato e T. Pedone, entrambi di 51 anni e residenti a Milano, già denunciati in passato per vari reati e dipendenti della società che aveva preso a noleggio il furgone, risultata estranea al fatto. La misura cautelare ha interessato anche il proprietario della vettura, Marco Crocenzi, di 40 anni, di Ascoli Piceno e domiciliato a Milano, a cui sono state tolte le targhe utilizzate per mascherare il furgone a noleggio. Si indaga per capire il movente. Gli arrestati sono difesi dall’avvocato Roberta Cervesato di Milano. "È impossibile parlarle - ci è stato detto - perchè la collega è fuori studio e non raggiungibile".