
La consegna del premio ad Alice Triulzi durante la serata alla Società Il Giardino a Milano
Sondrio, 9 febbrai 2017 - Alice Triulzi, vigile del fuoco di stanza a Sondrio, è una delle eroine di Amatrice ed entrando nell’elegante edificio della Società Il Giardino di via San Paolo a Milano, dove l’altro giorno ha ricevuto il premio per il suo lavoro nei luoghi del terremoto, aveva già i lacrimoni. Lo ammette con un sorriso imbarazzato e poi si affretta a precisare che «i vigili del fuoco non sono abituati al palcoscenico, si limitano a lavorare e stare in disparte».
Cosa l’ha spinta a scegliere questa strada? «Io sono una volontaria dei vigili del fuoco da 15 anni. È il lavoro più bello del mondo perché ti da la possibilità di aiutare il prossimo. Nella vita faccio l’addestratrice di cani e ho portato parte della mia professione nella mia attività di volontariato. Infatti lavoro con Artù, un pastore australiano di nove anni addestrato per la ricerca di persone tra le macerie e in superficie».
Anche Artù è tra i premiati. «Sì perché il grosso del lavoro lo fa lui che ci mette il naso. Io mi limito a condurlo e a leggere i segnali. Più che uno strumento di lavoro è il mio “partner” perché in realtà è prima di tutto il mio cane. Al contrario di quanto succede negli altri corpi delle Forze dell’ordine, il cane è di nostra proprietà. Noi lo diamo in usufrutto al Corpo, ma resta a vivere in casa con noi e quindi si crea una sintonia e un rapporto speciale».
Tra tutti gli interventi che avete fatto insieme, quale si ricorda particolarmente? «In questi anni avremo fatto un centinaio di interventi, ma non potrò mai dimenticare quello di Amatrice. Quando siamo arrivati lì, dopo sette ore di viaggio, il lavoro di recupero dei sopravvissuti era già terminato. Ci siamo occupati della bonifica e del ritrovamento dei corpi. Dopo l’intervento di agosto, siamo stati a Norcia il 30 ottobre e infine all’hotel Rigopiano. La nostra squadra è quella che ha salvato i cagnolini».
Che sensazione si prova sapendo che la vita di qualcun altro dipende da te? «Nonostante siamo volontari, cerchiamo di essere dei professionisti del soccorso. Abbiamo un cuore e le emozioni in gioco sono tante, ma prima di ogni cosa vengono gli altri. Quando ho saputo di aver ricevuto questo premio sono rimasta colpita, è un bel riconoscimento e una soddisfazione dopo tutto il lavoro che abbiamo fatto insieme».
Perché parla sempre al plurale? «Perché per i vigili del fuoco la squadra è tutto. Il nostro motto è: “se si vince si vince tutti, se si perde si perde tutti”».