
Melavì cessa l’attività Sono 53 i lavoratori avventizi della cooperativa per i quali il rapporto di lavoro si concluderà alla naturale scadenza del contratto non essendo prevista per loro alcuna forma di ammortizzatore sociale
Stipendi di marzo ancora da ricevere e cassa integrazione a partire da domani, 1° maggio. Ma neppure per tutti. Sono, infatti, 53 i lavoratori avventizi della cooperativa Melavì per i quali il rapporto di lavoro si concluderà alla naturale scadenza del contratto, non essendo prevista per loro alcuna forma di ammortizzatore sociale.
Per gli altri diciotto, dei quali otto sono gli operai e dieci gli impiegati assunti a tempo indeterminato, il tempo in "cassa" servirà – almeno - ad affrontare con maggiore serenità il proprio futuro professionale. Futuro che è stato al centro dell’assemblea sindacale che si è svolta lunedì a Tovo in seguito alla recente comunicazione inviata dall’azienda a Fai-Cisl, Flai-Cgil e Uila-Uil con la quale Melavì ha reso noto che "in virtù del perdurare dello stato di crisi e degli esiti negativi della composizione negoziata della crisi, ha proceduto al deposito di istanza di accesso al concordato semplificato per la liquidazione del patrimonio e la successiva cessazione dell’attività". Proprio così: cessazione dell’attività. Impossibile interpretare altrimenti queste parole. Durante l’incontro richiesto a Melavì da parte dei sindacati è stato quindi sottoscritto il verbale di accordo sindacale con il quale si prevede l’attivazione a partire dal 1° maggio 2025 della cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), linea che l’assemblea di lunedì, molto partecipata, ha approvato all’unanimità. "Con l’accordo siglato, l’azienda si impegna a non procedere con licenziamenti collettivi immediati – spiegano Ilaria Urbani (Fai-Cisl), Valter Rossi (Flai-Cgil) e Donatella Canclini (Uila-Uil) - e per i lavoratori e le lavoratrici in possesso dei requisiti previsti, sarà presentata richiesta di accesso alla Cigs presso Ministero del Lavoro e Regione. La Cigs è uno strumento fondamentale che consente ai lavoratori di avere un tempo congruo per riqualificarsi e cercare una nuova occupazione". Peccato, però, che riguardi solo i lavoratori con contratto a tempo indeterminato. Che a oggi, tuttavia, continuano ad avere in comune con i colleghi avventizi il non avere ancora percepito lo stipendio di marzo. Qualcosa, in questo senso, potrebbe in realtà cambiare proprio quest’oggi.
Sara Baldini