Sondrio – Non sono tempi facili per il lupo in Valtellina, inviso agli allevatori che lo ritengono responsabile delle predazioni in quota e delle comunità che temono ripercussioni negative per il turismo. Eppure il loro numero, poche unità, non giustifica un simile allarme sociale come evidenziano i responsabili del progetto Life WolfAlpsEu che coordina il gruppo internazionale di studiosi e referenti di enti territoriali nato per mitigare l’impatto del lupo sull’allevamento, stabilire un equilibrio fra mondo della caccia e predatori e diffondere un’informazione scientifica e corretta. "Si stima che in Italia ci siano 3.300 lupi – spiegano i responsabili del progetto –. In tutte le regioni alpine sono 946 con un livello di precisione stimato tra 822 e 1099, incluse zone collinari, appeniniche e pianura. Sono distribuiti in modo uguale in tutte le regioni".
Nel caso lombardo la loro concentrazione è nella zona sud della regione, nell’area appenninica e in Oltrepò. Dal 2015 in base ai dati della Regione la loro presenza è registrata in modo stabile anche nel Comasco al confine con il Canton Ticino e sulle Alpi Orobie in provincia di Sondrio. Dal 2019 è documentata la presenza di un branco nel Bresciano al confine con la provincia di Trento. "I lupi, negli ultimi 50 anni sono in aumento in tutta Europa. Non si tratta di una questione solo italiana – concludono gli esperti –. Possono percorrere diverse migliaia di chilometri alla ricerca di un posto in cui stabilirsi. In Italia, questo vale per la regione alpina, dove la popolazione di lupi vive tra 7 diversi Paesi".