Sulla t-shirt bianca campeggia la scritta "Rilàssati". Alessia De Marco, maturanda del Linguistico del Polo Liceale Città di Sondrio l’ha scelta apposta, anche se in realtà confessa di non essere stata particolarmente agitata neppure alla vigilia della prima prova, quella di italiano, quella che nei ricordi dei suoi nonni rappresentava il cerchio di fuoco oltrepassato il quale dopo giorni e notti insonni di studio si diventava grandi davvero. Niente di tutto questo per i 1.400 e spiccioli studenti delle 74 classi quinte di Valtellina e Valchiavenna, per cui l’esame di Stato pare essere una formalità di passaggio, un compito in classe giusto un po’ più articolato. Se proprio si vuol cercare – e trovare – qualcosa di comune rispetto al passato, bisogna scomodare i pronostici. Come sempre, anche per le tracce di ieri, completamente disattesi. "Tutti scommettevano su Montale, l’intelligenza artificiale, le guerre e invece…" dice Alessia che ha scelto l’analisi del testo sul brano di Pasolini, traccia in numerosi istituti tecnici scartata a priori "perché autore neppure studiato durante l’anno", dice Angelo del professionale Fossati. Tra le tracce più gradite quelle sul rispetto, sulla crisi del ’29 e il New Deal e ovviamente, tra i nativi digitali, quella sull’indignazione come paradigma della comunicazione social. "Mi preoccupano molto di più gli orali", assicura Filippo dell’ITT Mattei, futuro perito informatico. La scaramanzia? Carola, bell’ultimo anno del liceo economico-sociale ha collanine, bracciali e orecchini che grondano cornetti e charms portafortuna. "Anche se non dovessero servire, almeno solo belli da vedere", scherza. Sara Baldini
CronacaIn classe con la t-shirt anti ansia. Alessia e il coraggio della poesia