MICHELE PUSTERLA
Cronaca

L’incendio al capannone di Castione, parla il proprietario: "Non mi pagava l’affitto da un anno"

Pio Schena di Chiesa in Valmalenco possiede la struttura incendiata da due persone: "Rappresentava la mia pensione”

L’incendio doloso di Castione

L’incendio doloso di Castione

Sondrio – "Ho sbagliato ad affittare al signor Andrea Taurino il mio capannone di Castione. Mi chiede da quanto tempo l’avevo dato a lui ? Da due anni. Il primo è andato tutto bene. Quest’anno, invece, non mi ha mai pagato l’affitto. Chiamavo ai suoi uffici della ditta Work Safety, a Sondrio, per chiedere conto dei mancati pagamenti ed era un ritornello: ‘Domani saldiamo almeno una parte degli arretrati’. E un’altra volta: ‘Tre giorni e avrà tutti i soldi’. E ancora: ‘Il mio capo fa il bonifico martedì’. Mi sono detto: continuano a prendermi in giro, in settimana vado da un avvocato e lo porto in Tribunale. Non ho fatto in tempo...".

È sconsolato Pio Schena, 84 anni, ex imprenditore edile residente a Chiesa in Valmalenco con la moglie Wanda Grazioli di tre anni più giovane, proprietario del magazzino distrutto da un incendio doloso, lo scorso 16 settembre.

Ad appiccarlo Massimo Dato, 51 anni, e il coetaneo Tiziano Pedone, residenti a Milano, rei confessi dopo essere stati arrestati, a tempo di record, dai carabinieri della Compagnia di Sondrio, ora ai domiciliari dopo gli interrogatori di garanzia disposti dal gip Fabio Giorgi. L’indagine degli investigatori del maggiore Nicola Leone, coordinata dal pm Stefano Latorre, aveva portato a San Vittore anche il presunto complice dei due incendiari, ossia Marco Crocenzi, 40 anni, ritenuto fornitore delle targhe posticce usate per il Fiorino Fiat noleggiato per raggiungere, in Valtellina, il magazzino dato alle fiamme, ma che i due, negli interrogatori, hanno scagionato affermando di avere rubato loro le targhe alla jeep di Crocenzi, alla totale insaputa di quest’ultimo, poi scarcerato dal giudice con il solo obbligo di firma alla Polizia Giudiziaria.

A quanto ammonta il canone d’affitto del capannone ?

"A 20mila euro all’anno - risponde Schena il quale nel 1963 aveva avviato un’attività per il movimento terra -. La struttura era una sorta di pensione per la vecchiaia e, invece, in pochi minuti tutto è andato in fumo. Per l’anzianità credevo di essere a posto, di stare accanto a mia moglie che fatica a camminare. E invece quelli di Milano hanno preso i soldi per appiccare il fuoco. I carabinieri, che sono stati bravi a scoprire gli autori dell’incendio doloso, mi hanno chiesto pure la planimetria dello stabile, mi hanno promesso che continuano a indagare per scoprire il mandante".

Lei quando ha saputo dell’incendio ?

"La mattina dopo, alle 11, mi telefona una donna, dicendomi di essere l’avvocatessa Taurino, e mi dice: ‘Non si preoccupi, siamo coperti dall’assicurazione’. Ma io ero già stato informato del rogo alle 9.30, da mio figlio Roberto che aveva letto la notizia. Poi con lui mi sono recato a Castione a vedere il disastro che mi avevano combinato. Ora ho nominato l’avvocato Alice Dell’Andrino che mi assiste anche per le pratiche legate alla perizia dell’ingente danno subito e quelle della bonifica dell’area sotto sequestro chiesta dal Comune".