
Jacopo Merizzi scrive alla valle "che non si merita la rassegnazione": critiche ma anche tante idee
Un bel campeggio per giovani e gestito da giovani. Chiareggio ha bisogno di loro, di tende, di musica". Detto da chi gestisce uno splendido b&b, suona singolare, ma lui è la celebre guida alpina Jacopo Merizzi, un uomo per cui la montagna è questione di bellezza, passione, rispetto. Un uomo, altra rarità, che ha il pregio di utilizzare i social come si dovrebbe. L’ennesima lezione l’ha data con la sua “Lettera aperta a una valle che non si merita la rassegnazione“ affidata al megafono Facebook. Non uno sterile "gli è tutto sbagliato, l’è tutto da rifare", ma alcune considerazioni, seguite da diverse proposte, "piccole cose, ma attuabili, naturalmente se ci fosse la volontà", dice. Intanto, sopra i prati della conca di Chiareggio "c’è un groviglio di fili elettrici che ricorda più certe periferie del terzo mondo che un angolo di paradiso alpino". Bocciata l’illuminazione del villaggio alpino: "Uno si immagina piccoli lampioncini tra le viuzze di montagna... invece no: quattro pali alti da tangenziale, con luci stradali nuove di pacca - elenca Merizzi -. Il sentiero dei Tre Ponti, il più frequentato di Chiareggio? Inagibile da quando è crollata la passerella, estate 2023. La foresta del Larice Millenario, un unicum in Europa, ha tutti i paletti con la datazione delle piante divelti o rovesciati... da almeno 5 anni. Il sentiero per il Rifugio Longoni? C’è un guado sul torrentello Nevasco diventato difficile, esposto e scivoloso. Da 4 anni. E le opere per un immaginifico futuro? Una bella centralina idroelettrica sul Pirola…".
L’elenco si interrompe perché Merizzi cambia marcia e mette sul tavolo alcune idee "senza piangersi addosso". Si comincia dalla realizzazione di un Parco Naturale sopra i 1800 metri. "Chiamiamolo Altissimo Parco del Bernina-Disgrazia, così smettiamo di trattare come terra di nessuno uno dei patrimoni naturalistici più preziosi d’Europa" dice, proponendo poi di illuminare la ciclabile/fondovia San Giuseppe–Forbicina. "Camminare o sciare nel bosco innevato sotto le stelle, con una luce soffusa: sogno? No. Progetto".
Tra le altre idee, Merizzi suggerisce di rendere transitabile la strada parallela al Mallero fino al Pian del Lupo, "per alleggerire il traffico", la creazione di un albergo diffuso nelle baite abbandonate: "anziché lasciare che crollino, riportiamole in vita". "Abbiamo ricevuto in eredità una delle valli più belle d’Europa. Possiamo provare, sul serio, a darle un futuro? Non serve un miracolo. Servono idee, coraggio, e quella testardaggine alpina che una volta era il nostro orgoglio" scrive ancora Merizzi.