Il fumo nero usciva dalla finestra del plesso Fondamentali i rilevatori entrati subito in azione
TIRANOAd allarme rientrato, i due protagonisti, entrambi minorenni, non si sa se per sopraggiunto senso civico oppure per il timore di venire comunque scoperti e incolpati, hanno deciso di confessare il misfatto alla preside Rossana Russo, dichiarandosi disponibili a fare altrettanto con la giustizia.
Sebbene sulla vicenda sia la dirigenza dell’Istituto che le Forze dell’Ordine mantengano il più stretto riserbo, ora è nota anche la dinamica di quanto accaduto giovedì scorso in via Monte Padrio, dove ben 450 persone, soprattutto studenti, ma anche docenti e personale degli uffici sono stati fatti evacuare dall’edificio che ospita alcuni indirizzi del Balilla Pinchetti per un principio d’incendio che inizialmente, con il fumo nero che usciva da una finestra ben visibile anche dalla strada, pareva molto più serio di quanto poi si è appurato.
Non è stata una sigaretta appoggiata per distrazione sul cassetta dello sciacquone di un bagno: a bruciare sono stati dei fogli di carta cui due studenti hanno dato fuoco, apposta, in uno dei bagni dell’istituto riservato ai maschi. Una semplice idiozia o l’intenzione di saltare un’interrogazione o un compito in classe? In ogni caso i due avevano fatto male i propri conti perché i rilevatori di fumo presenti a scuola hanno subito fatto scattare l’allarme, cui è seguito lo "svuotamento" dell’istituto, fortunatamente in modo ordinato e senza episodi di panico, così come non si sono contati feriti, intossicati o particolari danni all’edificio.
Massiccio anche l’intervento dei vigili del fuoco, seppure poi le operazioni di spegnimento si siano rivelate veloci e lo stesso incendio talmente circoscritto da permettere il rientro in classe dei ragazzi che hanno potuto così regolarmente terminare la mattinata di lezioni.
S.B.