È ancora un mistero a chi appartenga la calotta cranica emersa dalla sabbia della piccola spiaggia in zona Cava. I resti, che sono stati recuperati della compagnia di Stradella (Pavia), devono essere esaminati dai medici legali dell’Università. Al momento, infatti, è impossibile dire se il cranio appartenga a un uomo o a una donna e da quanto tempo si trovasse nell’acqua. Di certo non da poco, come dimostrerebbe l’erosione. Per provare a dare un nome a quel frammento, i carabinieri hanno cominciato ad esaminare tutte le denunce di persone scomparse che potrebbero avere un legame con il Po o con il Ticino. Le acque del Ticino, infatti, confluiscono in quelle del Po e di conseguenza una persona caduta nel fiume azzurro potrebbe essere stata spinta dalla corrente fino al Po per poi incagliarsi. Negli anni passati alcune persone sono annegate cadendo dalla barca sulla quale si trovavano o mentre facevano il bagno e, in rari casi, il loro corpo non è mai stato recuperato nonostante le ricerche.
Ma non è detto che quel teschio provenga dalla provincia, potrebbe anche aver compiuto un viaggio più lungo, arrivando dal Piemonte. Tutti questi interrogativi se li è posti anche l’agente di polizia in pensione che giovedì, mentre passeggiava sulle rive del fiume, ha notato la calotta che emergeva dalla sabbia e ha chiamato i carabinieri. Dopo gli esami si potrà conoscere di più di questo frammento di teschio.M.M.