SARA BALDINI
Cronaca

Da ex orfanotrofio a rifugio per famiglie in difficoltà: a Sondrio apre la Casa della Speranza

Quattro alloggi per i più bisognosi, con priorità alle mamme sole con figli in situazioni difficili. L’arciprete don Christian Bricola: “Speriamo che presto tanti bambini possano iniziare a dormire qui sonni tranquilli”

Il simbolico taglio del nastro della struttura che offrirà un alloggio a chi vive situazioni di bisogno temporaneo

Il simbolico taglio del nastro della struttura che offrirà un alloggio a chi vive situazioni di bisogno temporaneo

Sondrio – “Quando la speranza è sostenuta dalla fede e si concretizza nella carità succedono sempre delle cose meravigliose”. E davvero meravigliosa è la “Casa della speranza” che ieri pomeriggio l’arciprete di Sondrio, don Christian Bricola, è stato costretto a benedire in fretta, causa violentissimo temporale scatenatosi proprio nei minuti iniziali della cerimonia di inaugurazione. “Visto che stiamo vivendo il Giubileo, abbiamo pensato di chiamare queste nuove abitazioni “Casa della speranza" perché speriamo che presto tanti bambini possano dormire sonni tranquilli qui – ha aggiunto l’arciprete – e che le loro mamme possano ricominciare a sorridere sapendo di avere una casa e che per tutti loro sia solo l’inizio di un cammino di rinascita”.

Il progetto

Realizzato dalla Fondazione Orfanotrofio maschile di Sondrio, proprietaria dello stabile e di cui don Bricola è presidente, in collaborazione con il Comune di Sondrio, capofila del progetto, che poteva accedere a un bando Pnrr di rigenerazione urbana per housing sociale, l’edificio è il risultato della eccellente sistemazione della vecchia casa adiacente alla cappellina della Madonna della Rocca, in via Bassi.

Inserito nella missione 5 “Inclusione e coesione“ del Pnrr, il progetto ha comportato una spesa complessiva di 1,1 milioni di euro, di cui 890mila per la riqualificazione dell’edificio, 500mila sul Pnrr e 390mila a carico della Fondazione Orfanotrofio, e 210mila euro per le azioni immateriali legate alla gestione della struttura, interamente finanziati dal Pnrr, di cui si occuperà la Cooperativa Forme.

Le origini dell’iniziativa

Era stata proprio l’Amministrazione Scaramellini, sin dallo scorso mandato, a concepire l’operazione, a proporla alla Parrocchia e alla Fondazione, a individuare la fonte di finanziamento e quindi a ottenerlo. L’intento era duplice: recuperare uno stabile ormai fatiscente e agire in maniera concreta per soddisfare un bisogno allora emergente, ulteriormente cresciuto in tempi più recenti. Nei quattro appartamenti ricavati potranno essere ospitati quattro nuclei familiari, attentamente selezionati, per un totale di dodici persone: destinatarie sono le famiglie, con priorità alle donne sole con figli, in stato di bisogno temporaneo che necessitano di sostegno per superare un momento difficile, da inserire in un percorso verso l’autonomia favorendo l’integrazione nel contesto cittadino. L’aiuto non si limita dunque al temporaneo soddisfacimento del bisogno abitativo per ampliarsi all’inclusione delle famiglie e delle persone ospitate, che potranno contare su un supporto costante allo scopo di favorirne il ritorno alla stabilità.