ALBERTO BIASINI
Cronaca

Frana del Cengalo: otto escursionisti morti. Il crollo era prevedibile

Il distacco del 23 agosto del 2017 costò la vita a otto escursionisti. La magistratura di Coira valuterà se procedere contro le autorità grigionesi

La frana del Cengalo nel 2017

La frana del Cengalo nel 2017

Sondrio – Sono passati più di sei anni dalla frana del Pizzo Cengalo che il 23 agosto del 2017 costò la vita a otto escursionisti (svizzeri, austriaci e tedeschi). Non sono bastati alla giustizia svizzera per arrivare a una decisione su eventuali responsabilità. Ci sono stati vari colpi di scena. Nel 2020 l’inchiesta era stata chiusa a Coira dalla procura competente per il Canton Grigioni, secondo la quale il crollo non era prevedibile. Poi però è stata riaperta, come stabilito dal Tribunale federale, la Corte di Losanna, la più alta autorità giuridica della Svizzera. Era il 2021: tutto da rifare, si torna a Coira.

È stato quindi nominato un nuovo perito esterno e adesso si avvicina il momento cruciale. Lo afferma la Radiotelevisione svizzera, che in un servizio della trasmissione radiofonica “Grigioni sera” ha fatto il punto sulla situazione attuale e sui possibili scenari dell’iter giudiziario.

Le vittime furono travolte mentre camminavano sul sentiero che portava alla capanna Sciora, che era rimasto aperto nonostante la situazione di pericolo. Le autorità cantonali e comunali non ritennero infatti necessaria la chiusura degli itinerari della val Bondasca. E il punto centrale è proprio questo: secondo il perito nominato dalla procura retica, un geologo del canton Vaud, si sarebbe invece potuta prevedere una imminente frana di vaste dimensioni e quindi si sarebbero dovuti sbarrare, almeno provvisoriamente, i sentieri che conducono ai rifugi Sciora e Sasc Furä, quest’ultimo ai piedi del Pizzo Badile.

Una raccomandazione che – sempre secondo la ricostruzione della RSI – due settimane prima della tragedia fece per email al Cantone anche il geologo incaricato della valutazione dei pericoli naturali nell’area. Purtroppo l’esperto, inascoltato, ci aveva visto giusto: dal versante elvetico del Cengalo si staccarono più di tre milioni di metri cubi di roccia. E adesso cosa potrebbe accadere? La magistratura grigionese dovrà decidere se promuovere un’accusa per omicidio colposo nei confronti di qualcuno o se archiviare l’indagine. Secondo la RSI potrebbe aggravarsi soprattutto la posizione di alcuni specialisti dell’Ufficio foreste e pericoli naturali del Canton Grigioni.