Ti amo da morire. No, meglio "ti amo da vivere". Mi hai rubato il cuore. "Ok, ora però ridammelo". E ancora: "Sei la mia vita. Ma non tutta…" Per un mese a partire da quest’oggi, sino al 30 maggio, Piateda, Chiuro e i ragazzi della scuola media di Ponte avranno l’opportunità di imparare a usare le "parole dell’amore". L’iniziativa è stata infatti significativamente chiamata "L’amore conta, le parole per dirlo anche", si articola in diverse azioni e rientra nel progetto più ampio denominato "Un paese che educa" finalizzato a costruire, appunto, una "comunità educante" per accompagnare la crescita di bambini e ragazzi nei piccoli centri e contrastare la povertà educativa, coinvolgendo direttamente le realtà locali e il tessuto sociale.
Ieri alla sala Songini del Comune di Piateda la presentazione del "mese dell’educazione affettiva" alla presenza dei diversi attori delle realtà coinvolte: Cooperativa Forme, i Comuni di Chiuro, Piateda, le associazioni sportive PentaPiateda, GDS Chiuro e Olympia Piateda, Acli Provincia di Sondrio e Istituto comprensivo di Ponte in Valtellina. Come detto, le azioni sono più d’una: si va dal percorso di educazione affettiva rivolto alle classi terze della media dell’IC di Ponte in Valtellina, a cura di professionisti di Forme, alle affissioni di manifesti nei tre Comuni coinvolti, per richiamare l’attenzione di tutti sulle parole che utilizziamo quando parliamo di sentimenti. E ancora, gadget che saranno distribuiti a ragazzi e ragazze con frasi significative che richiamano il tema, per sensibilizzarli ad un uso attento delle parole nelle loro relazioni e un gioco in scatola di educazione affettiva e immedesimazione sul tema del consenso, dal titolo "Sei d’accordo", a disposizione in quelle che sono definite le "botteghe educanti", ovvero luoghi significativi d’incontro per i più giovani. Il 22 maggio la sala Songini ospiterà poi l’appuntamento rivolto a tutti "Crescere insieme. Perché parlare di educazione sessuale e affettiva".
S.B.