Dazio (Sondrio) - "Non può assolutamente passare il messaggio che una persona si appropri, nel bosco, di un animale della fauna e se lo porti a casa, come fosse un souvenir. Si creerebbe un pericoloso precedente. Tutti si sentirebbero autorizzati a fare altrettanto. Mi riferisco al caso di Bambi, settimane fa salito alla ribalta delle cronache nazionali, dopo che un allevatore della Valmalenco ha raccontato di averlo allevato a casa assieme alle sue capre dopo averlo prelevato quando era un cucciolo: animale che poi gli è stato sequestrato dagli agenti della Polizia Provinciale e affidato in custodia giudiziale all’allevamento di cervi dell’azienda agricola di Fulvio Baraiolo, a Dazio, dove si trova tuttora". È categorico Luciano Rossi, 70 anni, di Ardenno, tecnico della gestione degli ungulati e per hobby cacciatore di lungo corso.
La storia aveva conquistato una vasta platea della Penisola, pronta a schierarsi pubblicamente sui social a fianco dell’allevatore malenco a cui la legge portava via la "sua" creatura, quasi fosse il rapimento di un bambino: "Non è giusto quello che è successo. È un’ingiustizia". E gli amici, non solo i parenti più stretti, avevano giurato che Giovanni, il "papà adottivo", stava male, da quando era all’improvviso rimasto orfano.
"Non condivido il pensiero del presidente della Provincia, Elio Moretti, il quale appare intenzionato a restituire l’animale a Giovanni Del Zoppo – sottolinea Rossi – e mi stupisce il modo bonario con il quale si va a risolvere la questione. Poi si è messo a emularlo Cesare Mitta, ex dirigente del Servizio caccia e pesca della Provincia, ora presidente di un’associazione di cacciatori il quale ha affermato che il caso-Bambi poteva essere gestito in altro modo e che avrebbe concesso un contributo per la realizzazione di un’area idonea con recinto per accogliere il cervo sequestrato e chiedendo ai cacciatori di fare altrettanto. Se la vicenda si concludesse con la restituzione tutti si sentirebbero autorizzati, a giugno, a perlustrare i boschi alla ricerca di piccoli di capriolo o cervo da allevare e potere dire agli amici “io ho un Bambi in giardino“ e il danno alla fauna diventerebbe grandissimo. L’allevatore ha dichiarato che vorrebbe essere “aiutato a riportare Bambi a casa per farlo vivere con i suoi simili“, perché le capre secondo lui sono dei simili ai cervi e, inoltre, si allarma di averlo visto a Dazio dimagrito. Altra prova della scarsa conoscenza della specie. I maschi cervi, nel periodo degli amori, perdono sino al 40% del loro peso".