
Cimeli, giochi, lettere Quattro secoli di storie danno lezioni di vita
PIEVE ALBIGNOLA (Pavia)
di Manuela Marziani
Un oggetto è stato toccato, usato per lavorare o per giocare. "Se potesse parlare, chissà quante cose racconterebbe", si dice spesso. Tutto questo prova a raccontarlo Alberto Giarda, ex infermiere professionale che oggi è uno dei più grandi collezionisti italiani. Nella sua casa è racchiusa quasi tutta la storia custodita in documenti, locandine cinematografiche, giornali, cimeli e chincaglierie che vanno dai primi del 1500 agli anni 80 del secolo scorso. Un pezzo del passato raccolto in più di 40 anni che oggi si è trasformato in due musei: museo contadino e dei vari mestieri che raccoglie 25 mestieri diversi con gli strumenti originali che si usavano per lavorare e poi uno cartaceo che custodisce una quantità di lettere dal fronte, documenti, libri, 800mila francobolli, cartoline.
"Ho iniziato ad appassionarmi al collezionismo – ha raccontato Alberto Giarda –, quando svuotavo cantine e soffitte. Poi ho seguito un corso di restauro e sono passato a dare nuova vita ai mobili che portavo a casa e cercavo di vendere nei mercatini. Quindi sono passato al collezionismo privato andando alla ricerca dei pezzi che volevo. E quando un collezionista si intestardisce, non è contento finché non ottiene ciò che vuole". Per anni l’uomo ha lavorato prima al San Matteo poi come caposala alla Maugeri e ha fatto il restauratore nel tempo libero. "Spesso, quando viene svuotata una casa – ha aggiunto – chi entra tende a sbarazzarsi del giocattolo della nonna come delle lettere arrivate dall’avo quando era al fronte. Sono un pezzo della nostra storia. Nella mia vita mi è capitato di recuperare dai cassonetti libri del 1800 che ho portato a casa".
Sono 35mila i volumi che Giarda possiede e che mette gratuitamente a disposizione di studenti, docenti e appassionati come tutta la sua collezione fatta anche di quintali di monete. "Quando mi chiamano ad esporre i miei cimeli in occasione di sagre o feste – ha proseguito –, lo faccio molto volentieri. Mi piace raccontare le storie del nostro passato". Come quelle dell’epoca in cui venivano mandate le cartoline e Giarda ne ha raccolte 40mila insieme a 22mila fotografie, 20mila sorpresine racchiuse negli ovetti, 3mila modellini d’auto e 5mila soldatini tutti catalogati.
"Non ho un computer per la catalogazione – ha detto ancora Alberto Giarda –, ma ricordo benissimo che cosa ho e dove si trova". Tra i pezzi più originali conservati un’altalena, una culla e una carriola con cui giocavano i bambini all’inizio del secolo scorso, giocattoli in latta dei primi del 1800 e anche delle fascette per sigari in oro zecchino.