FEDERICA PACELLA
Cronaca

Caffaro, due nuovi pozzi E stop alle contaminazioni

Ecco il progetto per ridurre il rischio di migrazioni fuori dal sito industriale. Oltre a sistemi di trattamento nella barriera idraulica per mercurio, Pcb, cromo VI

di Federica Pacella

Due nuovi pozzi nell’area a Sud per ridurre il rischio di migrazione della contaminazione fuori dal sito industriale e nuovi sistemi di trattamento nella barriera idraulica per mercurio, Pcb, cromo VI, solventi clorurati e clorati. Questo in sintesi il progetto di implementazione dell’attuale barriera che Caffaro Brescia realizzerà entro dicembre 2022, che è stato tra i temi affrontati nell’ultimo Osservatorio Caffaro del Comune di Brescia, di cui è stato pubblicato nei giorni scorsi il resoconto. Nell’ambito del procedimento penale a carico di Caffaro Brescia, è stato siglato l’accordo tra Procura di Brescia, Mite e azienda stessa (che non ha a che fare con l’inquinamento storico del Sin, ma a cui è contestato, tra le altre cose, di non aver efficientato la barriera idraulica). Quest’ultima si farà carico a proprie spese (3 milioni di euro) dei lavori per il potenziamento del sistema di barrieramento idraulico mediante l’aggiunta di nuovi pozzi di emungimento e nuovi filtri. Secondo quanto illustrato all’Osservatorio dal direttore del dipartimento bresciano di Arpa, Fabio Cambielli, entro febbraio sarà avviato un intervento per testare nel piccolo il trattamento degli inquinanti che sarà fatto su larga scala, da dicembre 2022, a servizio della nuova barriera idraulica (800 m3h) e che prevede due nuove pozzi nell’area a Sud. L’inefficienza della barriera, necessaria per evitare che la falda venga a contatto con il suolo contaminato del sito industriale, era nota da tempo. D’altra parte, spegnerla porterebbe ad incrementare le concentrazioni in uscita di 100 volte i valori misurati.

In attesa della bonifica, l’unica strada percorribile è quella di efficientarla. L’urgenza è abbattere il cromo esavalente e clorati nelle acque della barriera idraulica (assente oggi). Secondo le analisi di Arpa, che monitora costantemente le acque sotterranee nello stabilimento (150 i campionamenti del 2021), negli ultimi mesi le concentrazioni di Cromo VI, mercurio e clorati hanno evidenziato un trend marcatamente in diminuzione rispetto ai picchi di gennaio. A ottobre si sono rilevati 668 µgl di cromo VI nel reparto clorato, 256 al confine dello stabilimento, sopra il limite di legge di 5 µgl e di 100 µgl dei valori storici, ma lontano dal picco di 1600 µgl di gennaio. Secondo la relazione di Cambielli, il raffronto delle concentrazioni degli inquinanti con l’andamento della falda esclude la presenza di una sorgente di contaminazione primaria ad oggi ancora attiva. Lo stesso non si può dire dell’acqua emunta e scaricata fuori dal sito industriale, nella roggia Fiumicella. Le verifiche di Arpa sia sullo scarico finale che sui filtri a servizio dei pozzi 2 e 7, hanno mostrato il superamento del valore limite di ecotossicità, imposti dall’Aia (0,02 µgl come media di dodici dati mensili il limite per il Pcb).