Bufera sull’anniversario Omaggio a Mussolini Tolti i fiori dalla targa

Tremezzina, sono stati rimossi dal luogo della fucilazione del fondatore del partito fascista. Perquisita la casa di Bellosi, fondatore de “Il Gabbiano”.

Bufera sull’anniversario  Omaggio a Mussolini  Tolti i fiori dalla targa

Bufera sull’anniversario Omaggio a Mussolini Tolti i fiori dalla targa

Toccherà al ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, rispondere in Senato del "furto", anche se sarebbe più corretta definirla rimozione, di un mazzo di fiori di fronte alla targa che ricorda la fucilazione di Benito Mussolini e Claretta Petacci in Tremezzina. Il fatto è avvenuto la notte dello scorso 29 aprile a Giulino di Mezzegra, davanti al cancello di Villa Belmonte dove il 28 aprile del 1945 il fondatore del fascismo e la sua compagna furono giustiziati, in quello che anche a ottant’anni di distanza rimane un episodio controverso e mai del tutto chiarito. C’è anche il colpevole: Cecco Bellosi fondatore de "Il Gabbiano" con una lunga militanza nella lotta armata tra Potere Operaio e le Brigate Rosse, che ha ammesso di essere passato di lì e aver gettato via i fiori, posati da qualcuno in segno di omaggio. Una vicenda che potrebbe finire qui e invece è al centro di un’indagine della Procura di Como che ha perquisito l’abitazione di Bellosi e sequestrato il suo cellulare, probabilmente alla ricerca di elementi di prova per il danneggiamento del portafoto collocato a protezione dell’immagine di Mussolini e la sua compagna che qualcuno, sempre quella notte, ha danneggiato a colpi di cacciavite. L’oggetto del reato è stato trovato il giorno dopo a poche centinaia di metri di distanza, ma Bellosi finora si è dichiarato estraneo al danneggiamento aggravato che poi è il vero reato che gli viene contestato.

Sull’intera vicenda ha presentato un’interrogazione il senatore Tino Magni, eletto nel collegio di Lecco per l’Alleanza Verdi e Sinistra. "La lapide non è stata danneggiata, mentre restano silenti e indisturbate le diverse manifestazioni di commemorazione che si svolgono da diversi anni nella località sul lago di Como, scenario delle ultime tappe del regime fascista, per ricordare Mussolini, Petacci e i gerarchi fucilati sul lungolago - scrive Magni nella sua interrogazione al ministro dell’Interno -. Come ha rivendicato Bellosi nelle sue dichiarazioni, l’aver strappato dei fiori dalla lapide non costituisce reato". Al ministro dell’Interno l’esponente della Sinistra ha chiesto se è "a conoscenza dei gravissimi fatti rappresentati e quale valutazione esprima a riguardo per porre fine a tali manifestazioni che si configurano come una palese e inaccettabile apologia di fascismo, in aperta violazione della Costituzione, anche in considerazione degli evidenti rischi per l’ordine pubblico". Roberto Canali