ROBERTO CANALI
Salute

In Svizzera salari d’oro: la grande fuga di medici e infermieri. Esami e visite a rilento

A pochi chilometri dal confine, in Canton Ticino trovano stipendi da favola, condizioni di lavoro ottimali e prestigio sociale. Così negli ultimi 20 anni le strutture di Como hanno perso 714 professionisti. Scenari simili anche nelle zone di frontiera di Varese e Valchievenna

Un’infermiera impegnata nell’assistenza a un paziente in ospedale

Un’infermiera impegnata nell’assistenza a un paziente in ospedale

Como – La vocazione non basta per fare il medico o l’infermiere a Como o Varese, occorre anche saper resistere alle lusinghe del Canton Ticino che offre stipendi da favola, condizioni di lavoro ottimali e probabilmente quel prestigio sociale di cui i camici bianchi da tempo non godono più in Italia. Nella sola provincia di Como negli ultimi 20 anni si è passati da 4.179 operatori sanitari a 3.465, un’emorragia di 714 tra medici e infermieri che hanno preferito smettere o andarsene oltreconfine dove ci sono meno stress, più soldi e più rispetto.

“La carenza di personale sanitario e medico nella sanità pubblica continua a rappresentare una grave criticità – spiega Massimo Coppia, segretario generale della Uilfpl Lario Brianza –. La mancanza di risorse umane adeguate compromette la qualità dei servizi offerti, aumentando i carichi di lavoro per gli operatori e allungando i tempi di attesa per i cittadini. È fondamentale intervenire con misure concrete ed immediate come l’incremento delle assunzioni, il miglioramento delle condizioni lavorative e l’investimento nella formazione di nuovi professionisti garantendo un aumento contrattuale pari alla media europea”.

Senza personale i tempi di attesa nelle strutture pubbliche si sono dilatati: per una prima visita ginecologica che dovrebbe essere svolta entro 30 giorni all’ospedale di Cantù ne servono non meno di 265, mentre al Poliambulatorio di Lomazzo per una prima visita endocrinologica occorre attendere 257 giorni. L’estate scorsa ad esempio in provincia di Como era impossibile trovare ortopedici nelle strutture pubbliche. L’Asst Lariana è dovuta correre ai ripari attraverso una convenzione con il Gaetano Pini di Milano e l’Asst Sette Laghi. Nonostante i concorsi e i bandi per incentivare sia i medici in servizio sia quelli in pensione, richiamati indietro con un compenso di 100 euro l’ora, la coperta continua a rimanere troppo corta. Secondo i dati dell’Ocse tra il 2018 e il 2021 si sono trasferiti oltreconfine, in maniera stabile o come pendolari, 2.526 medici e 2.342 infermieri.