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Tumori e Alzheimer, le biopsie con un cerotto a microaghi: l'ha inventato un ricercatore bresciano al King’s College

Ciro Chiappini, giovane scienziato di Salò, è a capo di un team che a Londra ha messo a punto l’innovativa procedura scientifica. I vantaggi: minor dolore per i pazienti e monitoraggio costante e accurato delle patologie

Le biopsie sono di fondamentale importanza per le diagnosi e seguire l'evoluzione di una patologia, ma sono anche molto invasive e dolorose

Le biopsie sono di fondamentale importanza per le diagnosi e seguire l'evoluzione di una patologia, ma sono anche molto invasive e dolorose

Milano, 16 giugno 2025 – Sono tra le procedure diagnostiche più comuni al mondo, eseguite milioni di volte ogni anno per individuare e monitorare malattie come il cancro e l'Alzheimer. Tuttavia, le biopsie sono un esame invasivo che può causare dolore e complicazioni e dissuadere i pazienti dal cercare una diagnosi precoce o follow-up. Quelle tradizionali rimuovono piccoli frammenti di tessuto, limitando la frequenza e l'accuratezza con cui i medici possono analizzare organi malati come il cervello. Ma un team di scienziati, guidato dall'italiano Ciro Chiappini, sta lavorando a  un'alternativa: una “biopsia cerotto” che, grazie a decine di milioni di nanoaghi, è in grado di raccogliere le informazioni molecolari dai tessuti in modo indolore, senza rimuoverli o danneggiarli. 

Il giovane scienziato originario di Salò Ciro Chiappini
Il giovane scienziato originario di Salò Ciro Chiappini

Più sottili di un capello 

I ricercatori del King's College di Londra hanno sviluppato il cerotto dotandolo di aghi mille volte più sottili di un capello umano. Questo, spiegano, potrebbe consentire agli operatori sanitari di monitorare la malattia in tempo reale ed eseguire più test ripetibili sulla stessa area, cosa impossibile con le biopsie standard. La procedura, oltre ad essere meno dolorosa, non causerebbe danni e per molti potrebbe significare una diagnosi precoce e un monitoraggio più regolare.   

In Lombardia le persone con una diagnosi di demenza sono 190 mila, e di loro 115 mila sono malate di Alzheimer
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Dodici anni di ricerca 

"Lavoriamo sui nanoaghi da 12 anni – racconta all’Adnkronos Chiappini, originario di Salò nel Bresciano e a capo della ricerca pubblicata oggi su 'Nature Nanotechnology' – ma questo è lo sviluppo più entusiasmante finora. Apre un mondo di possibilità per le persone affette da tumore al cervello, Alzheimer e per il progresso della medicina personalizzata. Permetterà agli scienziati – e in seguito ai medici – di studiare le malattie in tempo reale come mai prima d'ora". 

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Impronte digitali 

Negli studi preclinici, il cerotto ricoperto da decine di milioni di nanoaghi è stato applicato dal team a un tessuto tumorale cerebrale prelevato da biopsie umane e modelli murini. I nanoaghi hanno estratto le 'impronte digitali' molecolari – inclusi lipidi, proteine ​​e mRna – dalle cellule senza rimuovere o danneggiare il tessuto. L'impronta tissutale viene poi analizzata con la spettrometria di massa e l'intelligenza artificiale, fornendo ai sanitari informazioni dettagliate sulla presenza di un tumore, sulla sua risposta al trattamento e sulla progressione della malattia a livello cellulare. 

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Informazioni molecolari 

"Questo approccio – illustra Chiappini – fornisce informazioni molecolari multidimensionali da diversi tipi di cellule all'interno dello stesso tessuto. Le biopsie tradizionali semplicemente non possono farlo. E poiché il processo non distrugge il tessuto, possiamo campionarlo più volte, cosa che prima era impossibile".