Nuovo decreto Covid e Dpcm: c'è il rischio lockdown? Cosa cambia dal 6 marzo

Il nuovo esecutivo sembra voler operare in continuità con quello che lo ha preceduto in tema di misure anti-contagio, scegliendo la linea del massimo rigore

Proroga divieto spostamenti tra regioni

Proroga divieto spostamenti tra regioni

Milano 23 febbraio 2021 - Il primo decreto legge sul Covid del governo Draghi è arrivato. E' stato approvato ieri 22 febbraio dal consiglio dei ministri e porta una stretta sulle zone rosse, dove vengono fermate le visite a parenti e amici, oltre a prolungare il divieto di spostamento tra regioni fino al 27 marzo (ma si potrà andare nelle seconde case), in attesa del nuovo Dpcm che dovrebbe arrivare entro il 5 marzo, giorno in cui scadrà quello dell'ex premier Conte. In molti si aspettando un decreto che vada verso una progressiva riapertura, ma il premier ha già dato un segnale diverso. Ha lasciato intendere che dopo un colloquio con Angela Merkel sull’emergenza sanitaria, intende seguire l’esempio tedesco sulle restrizioni, e non sottovalutare l’emergenza. In Germania, le scuole, i negozi e i servizi non essenziali continueranno a rimanere chiusi.  Al momento, non ci si aspetta un altro lockdown totale, come qualcuno teme (e qualcun altro auspica), ma è molto probabile un inasprimento o prolungamento dei divieti. Decisivo il report #41 dell'Istituto Superiore di Sanità, previsto per venerdì 26 febbraio. Tutto dipenderà dall'andamento della curva dei contagi e dall'indice Rt: l'amplia e veloce diffusione delle varianti del virus preoccupa non poco.

NUOVO DECRETO COVID: LE NOVITÀ

Il nuovo esecutivo sembra voler operare in continuità con quello che lo ha preceduto in tema di misure anti-contagio, scegliendo la linea del massimo rigore. Le norme contenute nel decreto legge contenente “disposizioni urgenti in materia di contenimento dell’emergenza epidemiologica” erano state condivise con le Regioni. La prima novità è la proroga fino al 27 marzo 2021 del divieto di spostamento tra Regioni o Province autonome, anche se si trovano in zona gialla. Allo stesso tempo vengono vietati gli spostamenti verso le abitazioni private in zona rossa fino al 27 marzo: non si potrà andare a trovare amici e parenti, salvo che per motivazioni di lavoro, necessità o salute. Ma vediamo nel dettaglio le singole novità.

Spostamenti tra regioni, proroga del divieto

Lo divieto di spostamenti tra regioni è stato prorogato per altri 30 giorni a partire dall’attuale scadenza del 25 febbraio: resterà in vigore fino al 27 marzo. Il divieto vale per tutte le Regioni, indipendentemente dalla fascia di colore di appartenenza: non ci si potrà spostare né in zona rossa né in zona arancione né in zona gialla. Sono consentiti solamente gli spostamenti fuori Regione per esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute. Permesso anche il rientro alla residenza, al domicilio o all’abitazione. Lo stop arriverà fino a una settimana prima di Pasqua, salvo ulteriori proroghe da valutare più avanti sulla base della situazione epidemiologica.

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Vietate le visite a parenti e amici in zona rossa

Il decreto Covid vieta gli spostamenti verso le abitazioni private in zona rossa, sempre fino al 27 marzo. Per zone gialle e arancioni, invece, non cambia nulla. Nelle Regioni gialle e arancioni è possibile spostarsi, per un massimo di due persone, verso una casa privata al massimo una volta al giorno. È possibile portare con sé anche figli minori di 14 anni o disabili, oltre alle persone che già convivono nell’abitazione di destinazione. Questi spostamenti sono consentiti solamente tra le 5 e le 22 (prima che scatti il coprifuoco.) La possibilità di andare a trovare parenti e amici vale in zona gialla per gli spostamenti nella stessa Regione, in zona arancione per quelli nello stesso comune. Unica eccezione, in zona arancione, è per i comuni con popolazione non superiore a 5mila abitanti: in quel caso è possibile spostarsi nel raggio di 30 chilometri anche al di fuori del proprio centro abitato.

E' possibile andare nelle seconde case?

Nel decreto nulla è stato detto riguardo la deroga che consente l'uscita dalla regione per andare nelle seconde case. Quindi, al momento, sembra che valgono le regole spiegate nella sezione Faq del sito di Palazzo Chigi da parte del governo Conte e che non sono ancora state modificate dal nuovo esecutivo. 

NUOVO DPCM, COSA CAMBIA DAL 6 MARZO?

Nel decreto legge varato ieri dal Governo non sono state prese decisioni riguardo le restrizioni contenute nel Dpcm del 16 gennaio, che scadrà il 5 marzo. Il ministro per gli Affari Regionali Mariastella Gelmini ha illustrato in Consiglio dei ministri le proposte messa a punto dalle regioni per la gestione dell'emergenza Covid. Le richieste sono state poi inviate dagli uffici del ministro a tutti i ministeri. Le proposte, sintetizzate in un documento, sono state delineate dai governatori delle Regioni in occasione di un vertice in videoconferenza con Speranza e Gelmini, che si è svolto domenica 21 febbraio. La richiesta dei presidenti delle Regioni è di inserire queste soluzioni nel prossimo Dpcm. 

Delle richieste avanzate dalle Regioni c'è un'immediata disponibilità a discutere dei ristori, anche contestuali ai provvedimenti, così come c'è l'impegno a prendere, quando possibile, le decisioni sulle misure con un congruo anticipo. Non sembra invece all'orizzonte una modifica delle regole e dei parametri che determinano le fasce: si continuerà a procederà con le zone rosse a livello locale, che devono scattare appena vengono individuati i primi segnali di un innalzamento dei contagi e possono essere decise direttamente dai presidenti di regione. Come sta già avvenendo in queste ore: stamattina è arrivato l'annuncio che la provincia di Brescia passerà in zona arancione e lo stesso avverrà per alcuni Comuni bergamschi e per Soncino, nel Cremonese. Stessa situazione per 20 comuni della provincia di Ancona, capoluogo compreso. Da mercoledì e fino al 5 marzo, invece, saranno in rosso Ventimiglia, Sanremo e i comuni limitrofi in Liguria, i centri più vicini a Nizza dove si è registrato un imponente aumento dei contagi. Il governo Draghi dovrà inoltre prendere decisioni sulla questione vaccini, oltre a quella scolastica. Ma anche riguardo le aperture serali dei ristoranti, delle palestre, dei cinema e dei teatri. Da non dimenticare anche il coprifuoco. 

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